Nota editore: Questo articolo doveva essere pubblicato l’11 giugno 2015, ma a causa di alcuni problemi viene pubblicato in ritardo.
Rock, pop, world music, musica sacra, sono questi alcuni degli ingredienti di una serata diversa da ogni schema. Il concerto si è svolto alle 20, orario insolito ma necessario perché Sabato 6 Giugno coincideva con la giornata della finale di Champions League, ma chi ha avuto occasione di partecipare ha potuto osservare uno spettacolo unico. Sul palco del Parco San Giuliano di Mestre, con Venezia sullo sfondo, nella stessa location che aveva visto due edizioni dell’Heineken Jammin’ Festival, si è svolto il concerto di Gibonni, ovvero la rock star più popolare nei paesi della ex-Jugoslavia. Il cantante di Spalato ha da sempre una passione per la città di Venezia, sin da quando era un giovane studente d’arte. L’evento è stato aperto dal Coro Brodosplit, ovvero il coro della città di Spalato che prende il nome dai cantieri navali. Una musica che ha forti richiami con la tradizione sacra, ma anche una componente popolare. Il repertorio era un adattamento delle composizioni di Ljubo Stipisic, il padre di Gibonni, uno dei cantautori e poeti più celebri nel suo paese. Le voci maschili del coro hanno poi lasciato spazio al concerto vero e proprio di Gibonni, in cui il cantante ha proposto alcuni dei suoi più grandi successi, arrangiati in versione più intimista, anche se non necessariamente acustica. Un momento particolarmente gradito al pubblico italiano è stato l’arrivo sul palco di Danilo Sacco, storica voce dei Nomadi per oltre 19 anni e non solo. Danilo è uno dei cantanti più dotati del rock italiano, e solo una persona con questo carisma e magnetismo avrebbe potuto prendere il posto di Augusto Daolio e farsi amare dai fan.
Danilo ha proposto in duetto con Gibonni il brano “Non Credere (She Said)”, realizzato nel 2014 ma mai presentato live ed oltre alla band di Gibonni sul palco era presente anche Andrea Mei, ex-Gang, alla fisarmonica. Uno spazio poi per un brano dall’ultimo album di Danilo Sacco, “Emilie” in cui Gibonni e la sua band lo hanno accompagnato come se suonassero insieme da sempre. Il tempo di Danilo di salutare ed il concerto di Gibonni riprende con la propria scaletta di brani in croato ed inglese, appositamente riarrangiati, dove spesso le due lingue si fondono anche all’interno della stessa canzone. Un grande applauso oltre agli artisti protagonisti, anche alla band che accompagnava, musicisti di estrazioni diverse ma estremamente preparati, più rock la sezione di basso, chitarra e batteria, marcatamente jazzy il piano ed ancora vicini al mondo della world music, violino e percussioni, ed un applauso anche al coro Brodosplit, una piacevole scoperta per il pubblico italiano.