Quanto incide, sulle future possibilità di carriera, un periodo di studio all’estero durante le superiori?
Quali sono i risultati in termini di crescita personale e quale l’influenza sulla vita di chi partecipa?
- la presentazione dei risultati di una ricerca, condotta da Ipsos e Fondazione Intercultura, su oltre 900 ex partecipanti a programmi di scambio interculturale, di età compresa tra i 22 e i 55 anni, con lo scopo di analizzare l’impatto a breve, medio e lungo termine delle esperienze di mobilità internazionale
- un dibattito per invitare i giovani a riflettere sulle competenze che si acquisiscono attraverso un’esperienza di vita e di studio all’estero e che possono aiutare a distinguersi nel mondo del lavoro e a comprendere la complessità del mondo odierno
L’incontro è ha lo scopo di sensibilizzare i giovani a riflettere sulle competenze più importanti che si acquisiscono attraverso un’esperienza di vita e di studio all’estero e che sono necessarie per distinguersi nel mondo del lavoro e per comprendere la complessa realtà della società moderna.
La Fondazione Intercultura è una ONLUS che opera per il dialogo tra le culture e gli scambi giovanili internazionali.
Il progetto, elaborato nel corso di parecchi anni e finanziato dall’Associazione Intercultura, era stato presentato il 25 Gennaio 2006 a Roma presso la biblioteca della Camera dei Deputati, durante il Convegno “Aprire le Scuole al Mondo”.
Con la firma dell’atto costitutivo il 12 Maggio 2007 a Colle di Val d’Elsa (testimoni dell’atto il sindaco di Colle di Val d’Elsa e il rettore dell’Università per Stranieri di Siena), la Fondazione Intercultura è stata legalmente costituita e ha iniziato ad operare su vasta scala.
Le ragioni che hanno portato alla creazione di una Fondazione sono state illustrate dal segretario generale Ruffino: “Quando in Italia si parla di “intercultura” con la “i” minuscola, il pensiero corre immediatamente al fenomeno dei flussi migratori degli ultimi anni ed ai nuovi bisogni che sono derivati dal confronto con la nostra società. Intercultura con la “I” maiuscola invece (e cioè la nostra associazione) ha sempre affrontato questo argomento da un punto di vista diverso e più ampio. La domanda che noi poniamo è questa: se in Italia non fossero arrivati alcuni milioni di persone da Paesi economicamente più deboli, sarebbe o non sarebbe necessario introdurre forti elementi di educazione al dialogo tra le culture nella nostra società ed in primo luogo nella scuola del nostro Paese? La nostra risposta è fortemente positiva: sì, sarebbe necessario, anche in assenza di flussi migratori. Lo esigono i processi di unificazione europea e quelli più generali di globalizzazione, che porteranno sempre più gli adulti di domani a vivere in una interazione quotidiana con persone, prodotti ed informazioni provenienti da tutto il mondo.”
Se poi il discorso dell’educazione interculturale viene affrontato con lo strumento degli scambi giovanili internazionali – riconosciuto come fondamentale da tutte le istituzioni europee – vediamo che sono pochissimi i giovani italiani che nel corso del loro curriculum scolastico fanno esperienze di studio all’estero di alcuni mesi. La situazione è leggermente migliorata negli ultimi anni con il programma Erasmus che si rivolge agli universitari, mentre poco si fa per i giovani tra i 14 e i 18 anni, cioè per quella fascia d’età più idonea ad un’esperienza formativa all’estero, poiché proprio in quegli anni sviluppa atteggiamenti e convinzioni che influiranno sulle scelte future professionali e di vita.
La Fondazione non ha finalità di lucro né limiti di durata, è apolitica e non confessionale. Opera in Italia, nell’Unione Europea e all’estero con finalità di ricerca scientifica e di solidarietà e beneficenza. Ha per scopo di contribuire a una cultura del dialogo e dello scambio interculturale tra i giovani e di sviluppare ricerche, programmi e strutture che aiutino le nuove generazioni ad aprirsi al mondo ed a vivere da cittadini consapevoli e preparati in una società multiculturale.