Questa è la storia di un paese come l’Italia, un paese che non ha più alcun rispetto per i propri cittadini giovani ed anziani… un paese dove agli omessuali, alle lesbiche ed ai trans non vengono riconosciuti i diritti fondamentali di ogni essere umano… ma non c’è da meravigliarsi, sono tanti i “diversi” che in questo paese per vari motivi vengono emarginati, discriminati, umiliati… Anziani, portatori di handicap, disoccupati, poveri e molti altri esseri umani, magari perché provengono da luoghi distanti in cerca di “fortuna” o perché magari hanno un colore di pelle differente o una religione diversa, vengono sistematicamente resi “invisibili”.
In questa società dove si ha l’illusione che tutto possa essere comprato o venduto, secondo le libere leggi del mercato, in realtà molti di noi vivono in schiavitù, una schiavitù che rende invisibili a chi si considera “normale”.
La filosofia della libertà e l’illusione di una società libera, si scontrano con la quotidianità e le troppe storie di emarginazione e mancate integrazioni. E’ una sconfitta violenta, quella alla quale molti sono costretti. Una realtà dura che pochi hanno il coraggio di descrivere fino in fondo, questa è l’Italia… un paese dove una velina può fare il ministro, dove la tv è diventata la nuova vera religione, dove uomini dal passato oscuro possono governare, dove le istituzioni sono assenti e dove la maggior parte dei cittadini crede che nulla possa cambiare… è un paese di solitudini, ripetizioni, eccessi, volgarità, cattivo gusto e sogni a buon mercato…
Si preferisce raccontare ed esaltare un’Italia finta come quella dei ricchi, degli pseudo artisti della tv, dei reality, dei vip… l’Italia degli svaghi e del sabato sera… insomma si preferisce parlare ed ascoltare quella piccola Italia di una classe medio/alta, noiosa, monotona, che si nutre solo di ambizioni e salda nelle sue certezze sociali ed economiche.
Dell’Italia degli “invisibili” nessuno ha il coraggio di parlare… di quel 10% di disoccupati, dei tanti extracomunitari pronti a fare mestieri che molti rifiutano, dei deboli ai quali non viene fornita alcuna assistenza, di chi semplicemente perché ha una religione, un colore di pelle o un modo differente di amare, viene emarginato.
I “normali” quasi con distacco parlano degli “altri”… questa è la nostra Italia… un’Italia nella quale mi riconoscono sempre meno…
Tu che mi stai leggendo, ora apri gli occhi sugli “invisibili”… guarda, osserva e comprendi che pesano come un macigno nel cuore di questa Italia… senza voce, e potere… troppe, troppe volte messi in un angolo e privati di ogni dignità. Ognuno si muove nel proprio “girone” senza poterne uscire… una mobilità di tipo orizzontale, che privilegia pochi a discapito di molti… gironi creati e voluti da un sistema che si chiude ermeticamente su se stesso, per non permettere il passaggio da un girone all’altro dettando di volta in volta secondo l’esigenza, i canoni di accettazione, cultura, bellezza, diritti politici e civili… ma è tutto un imbroglio, un affare losco…
L’Italia è oramai un paese nel quale ci sono solo privilegi da difendere… le persone contano poco… e allora, credo, che l’unico riscatto possa avvenire nell’ambito della rinuncia all’ascesa in questo tipo di società, un distacco onesto e profondo che porta alla salvezza. Un NO deciso e forte al sistema per renderlo più vulnerabile e quando sarà vulnerabile, forse si potrà lavorare per modificarlo, affinché ogni essere umano non venga più “accettato” ma sinceramente rispettato. L’accettazione è troppo spesso sinonimo di “standardizzazione”, “omologazione”. Io credo in una società dove ogni persona è diversa dall’altra… dove tutte le diversità contribuiscono a renderla “cosmopolita” e dove non viene chiesto a nessuno di essere uguale al proprio “vicino”…
Che sia ancora una volta lotta… ma lotta individuale, straziante, privata… una salvezza personale che potrebbe non portare ad una salvezza generale, ma che inevitabilmente non sarà esclusivamente personale…
Che sia la capacità di vedere il mondo con sguardi diversi, abbattendo qualsiasi barriera, cercando di capire e fermarsi ad ascoltare chi abbiamo vicino, a renderci liberi… così liberi da mettere in discussione noi stessi e le nostre convinzioni… così liberi e consapevoli, da non avere mai la certezza di possedere la verità, ma essere disposti al confronto, al rispetto…
Credo che sia necessario fermarsi e guardare oltre un semplice sguardo… forse sarà possibile vedere l’essere umano e non “la categoria” nella quale schematicamente, questa società, vuole classificare ognuno di noi.
Inevitabilmente dalla parte dell’amore… della libertà… dei sogni… che il mio viaggio su questa terra sia lungo, faticoso ma vivo, intenso, profumato, croccante, colorato, saporito… forse è ora di smettere di lamentarsi e di agire… di cambiare realmente…
Rassegnarsi mai!… meglio fare degli errori che rimanere indifferenti al mondo e alla vita, cazzutamente in lotta, anche quando la sconfitta è certa… giù, giù fino in fondo, nella merda… quella vera… e poi in alto… molto in alto… consapevole di quanto in basso si possa sprofondare… e alla fine capire, che oltre le tante parole rimango i fatti e che dopo le lunghissime ed a volte, interminabili cadute, si può e si deve andare avanti senza mai perdere la speranza… Forse sono pazzo, ma credo che, nonostante le difficoltà e la lunga strada da percorrere, si può pretendere e si può costruire una società migliore… sono dalla parte dei perdenti… perché, ritengo che sia meglio perdere che ottenere una vittoria sulla pelle degli altri…