Negli Usa il fondatore di Paypal investe in prima fabbrica al mondo di cannabis

Peter Thiel, managing partner, Founders FundPeter Thiel e’ un imprenditore di origini tedesche estremamente attivo sui mercati di capitale. Per la rivista Forbes, ha chiuso il 2014 al quarto posto della speciale classifica denominata non a caso Midas con un patrimonio di 2,2 miliardi dollari. Da tempo trasferito negli Stati Uniti, a San Francisco, e’ stato il primo investitore estero in Facebook, quando nel 2004, con appena 500.000 dollari acquisto’ il 10% delle azioni. Nel 1998 aveva fondato Paypal, il sistema di pagamento che ebbe vasta diffusione nel mondo, venduto nel 2002 a E-Bay per un miliardo e mezzo di dollari. Nel 2005 creo’ il Founders Fund un venture capital fund. E’ uno dei capi del Bilderberg Group ed ha conquistato una vasta influenza sulle politiche liberali dei Repubblicani americani, divenendone uno di principali finanziatori. In questi anni, infine, ha finanziato non solo una serie di progetti umanitari attraverso la sua Fondazione, ma soprattutto ha lanciato alcune start-up di sicuro avvenire.
Con questa biografia, non meraviglia che oggi Peter Thiel abbia investito una parte considerevole, ma non ancora specificata nella sua entita’ precisa, attraverso il Founders Fund nella nascente industria della cannabis – industria che ancora non e’ stata legalizzata in meta’ degli Stati americani. Il Founders Fund ha confermato nella mattina dell’8 gennaio i rumori che circolavano a Wall Street da qualche settimana: il partner Geoff lewis sta conducendo lo sforzo per acquisire quote di minoranza nella Privateer Holdings, industria di Seattle proprietaria di Leafly.com. Per chi non l’abbia mai sentita nominare, si tratta di un’azienda che opera in Internet ed e’ specializzata nell’informare sulla cannabis e nel rivenderla online, sia negli Usa che in Canada. Founders Fund non ha ancora reso noti i dettagli finanziari dell’accordo, ma da Wall Street si sottolinea che la Privateer sperava di rastrellare sul mercato 75 milioni di dollari, per tamponare alcune falle nel bilancio del 2014.
Investire nel business della cannabis – legale per uso ricreativo solo in quattro stati americani e nel Distretto di Columbia, e per uso medico in 24 stati – “e’ solo una versione leggermente piu’ estrema di qualcosa che abbiamo gia’ mostrato in altri investimenti molto redditizi”, ha affermato Lewis. “Ci siamo specializzati nell’investimento in business molto ambigui sul piano regolatorio, perche’ crediamo che la regolamentazione segua il sentimento pubblico”, ha concluso. E’ passato piu’ di un anno da quando i primi sondaggi dimostravano che gli americani sono chiaramente favorevoli alla legalizzazione dell’uso della marijuana, e l’adesione alla legalizzazione della marijuana per uso medico ha raggiunto l’80%. E’ a questo punto che Lewis e Thiel hanno giocato le loro carte: la Privateer puo’ trasformarsi nella prima conglomerata per la produzione e la vendita nel mondo di cannabis? Hanno studiato la Privateer per diciotto mesi (“due diligence”) e pare che abbiano deciso di investire una buona somma.
Gli analisti finanziari di Wall Street l’hanno gia’ battezzata la Starbucks (l’azienda del caffe’ che si e’ conquistata un impero nel mondo) dell’industria della cannabis ancora in embrione. E dicono che siano stati reclutati, allo scopo, i migliori botanici americani per coltivare e produrre la migliore marijuana per usi medici. Non solo. L’accordo con la Leafly.com prevede l’utilizzazione del gigantesco database di clienti online e di consumatori abituali. Il Founders Fund e’ consapevole di avere un primato nel mercato. Tuttavia non si nasconde che l’industria della cannabis – se si puo’ gia’ battezzarla cosi’ – e’ complicata, sul piano della legalizzazione, sociale e politico. Qualunque investitore che volesse seguirne le orme deve sapere che affrontera’ molteplici difficolta’ e grossi rischi, confermano a Wall Street.

fonte aduc

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