I cannabinoidi verranno prescritti anche dai medici generici, sulla base di un piano redatto dallo specialista. E’ la novita’ principale della proposta di legge sui farmaci derivati dalla cannabis approvata oggi in commissione Sanita’ e Politiche Sociali della Regione Toscana. Il pdl e’ stato promosso dalla consigliera regionale di Rifondazione Comunista, Monica Sgherri. Per ridurre il costo si prevedono inoltre convenzioni con centri e istituti autorizzati alla produzione o alla preparazione dei medicinali. Nella seduta consiliare e’ stato sottolineato come l’utilizzo di tali farmaci abbia dato “risultati inaspettati”, che le ultime linee-guida della Giunta regionale vanno nella direzione della proposta di legge consiliare; e che il diritto alla salute passa anche dalla possibilita’ di rendere piu’ semplice usufruire di talune tipologie di farmaci. “Con questa legge si rimane dentro la cornice nazionale- ha commentato la consigliera Sgherri-, semplificando la vita ai pazienti che necessitano di tali farmaci”.
“Siamo giunti a questo risultato positivo- ha affermato Lucia Matergi (Pd)- grazie soprattutto all’ottimo lavoro degli uffici, pronti a supportarci per andare incontro alle reali necessita’ di chi chiedeva questa legge”. Il testo e’ stato approvato a maggioranza, registrando i voti favorevoli dei consiglieri del Pd (Marco Remaschi, Lucia Matergi e Simone Naldoni) e l’astensione del vicepresidente Stefano Mugnai (Forza Italia). I lavori della commissione erano iniziati con l’audizione di Alberto Guerrieri, presidente dell’associazione ‘Dirittovitadignitosa’, che si e’ soffermato sulla necessita’ di una legge regionale che dia una corretta definizione di disabile grave, secondo una precisa linea guida: “A ciascuno il suo in relazione alle concrete necessita’ assistenziali, riconosciute esigibili da una apposita commissione regionale”. “Dedicheremo una seduta di commissione a questa problematica- ha assicurato il presidente Remaschi- per verificare come impegnare la Giunta, su ulteriori impegni che riguardino la disabilita’ in generale e quella grave in particolare, guardando ai malati e alle loro famiglie”.
fonte aduc