Lento l’autunno, senza vento… lento, un mare calmo senza onde ti porterà al tramonto. E’ questo uno dei versi del primo pezzo dell’album “Si aspetta l’inverno” del gruppo ManzOni.
Un album autentico e coraggioso, che racconta una società disumanizzate che sistematicamente devasta i valori esistenziali. Le sovrastrutture sono bandide, l’album non segue alcun codice estetico in qualche ammiccante per l’ascoltatore.
Per certi versi questo album ricorda la “disperazione” di una grandissima quale è stata Karen Dalton. I ManzOni riescono a raccontare in modo molto realistico la provincia italiana, nel suo grigiore di condomini, capannoni e supermercati. Illusioni che sfiorisco, nelle giornate tutte uguali, piene di solitudini.
E’ un album molto duro, di non facilissimo ascolto, ma molto bello. I testi sono di una lirica profondissima e sembrano “frammenti sanguinolenti di cielo strappati alla decadenza dell’Inferno Italia”.
Certo è che “Si aspetta l’inverno” è decisamente controcorrente. Richiede attenzione nell’ascolto, un’attenzione che si scontra con “il consumo veloce” che la musica in questo periodo sembra avere. I ManzOni non sono un “vuoto a perdere”, ma un “pieno a rendere”. Un pieno di bellezza e ricerca.
Non lasciatevi scappare questo album.
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