Diffuso il report annuale OSCE sulle riforme strutturali dei paesi membri. Le “pagelle”, diffuse alla vigilia del G20 di Instanbul, promuovono con riserva le scelte messe in campo dall’Italia. Nella sua analisi sulla situazione italiana, l’OSCE descrive uno scenario in chiaroscuro, parlando di una significativa perdita di terreno rispetto ai partner europei sul piano degli indici di produttività e Pil pro capite, ma anche di una strada intrapresa nel percorso delle riforme, definita “incoraggiante”.
Per quanto riguarda il dato sul PIL pro capite, il rapporto “Going for Growth” (letteralmente “Alla ricerca della crescita” dice che la prolungata fase di recessione ha causato l’aumento del divario tra il reddito medio degli italiani e quello dei primi 17 paesi OSCE: meno 30%.
Passando poi alle note liete, il rapporto “promuove” la riforma del mercato del lavoro discussa in questi mesi dal parlamento italiano, invitandolo a ridurre ulteriormente “il dualismo del mercato del lavoro, rendendo più flessibili assunzioni e licenziamenti, supportando le decisioni prese con politiche attive e una rete di protezioni sociali più ampie”. Insomma Job Act sì, ma sono necessarie anche maggiori tutele al reddito dei lavoratori. Dopo la valutazione sulla riforma del lavoro messa in cantiere, lo studio prosegue il capitolo dedicato all’Italia sostenendo la necessità di incisive riforme sul piano dell’istruzione, da migliorare sul piano dell’efficienza e dell’equità. Ultima “raccomandazione” all’Italia arriva sul tema del fisco.
Una maggiore efficienza è necessaria per evitare incentivi all’evasione, vero tallone d’Achille dei conti pubblici italiani e le misure da mettere in campo prioritariamente sono, secondo il rapporto OSCE, la riduzione della tassazione sul lavoro e il mantenimento dell’impegno a non adottare ulteriori condoni.
Fonte: rus.ruvr.ru