Nuovo colpo delle autorità messicane contro i boss del narcotraffico: le manette sono scattate ai polsi di Omar Trevino Morales, alias ‘Z42’, il famigerato capo dei Los Zetas, uno dei gruppi criminali più sanguinari del Paese. Sulla testa di Trevino – che a soli 41 anni era uno dei criminali più ricercati dalla giustizia del suo paese -, pendeva una taglia da 2 milioni di dollari a chi rendesse possibile la sua cattura. L’uomo è stato arrestato in un quartiere residenziale di San Pedro Garza Garcia, nello stato di Nuevo Leon, intorno alle 4 del mattino (le 11 in Italia), in un’operazione a cui hanno partecipato agenti della polizia federale e militari. Dopo la cattura nel 2013 di suo fratello, Miguel Trevino Morales, noto come Z40, Omar aveva assunto il controllo delle operazioni dei Los Zetas, il cartello nato alla fine degli anni 90 da una scissione di un gruppo di sicari del Cartello del Golfo, in gran parte ex militari di unità di élite, e diventato rapidamente celebre per l’efferatezza delle stragi che venivano a loro attribuite. Il cartello controlla gran parte degli affari illeciti in una fascia di territorio che va dal nordest al sudest del Messico. Nell’agosto del 2010, sicari della banda narco massacrarono un gruppo di 72 migranti illegali – provenienti da Honduras, Brasile, Ecuador, Guatemala, El Salvador e lo stesso Messico – a San Fernando, nello stato di Tamaulipas, apparentemente solo per affermare una cruda realtà: anche il traffico di essere umani era una attività sulla quale era necessario pagare il “pizzo”. Le autorità messicane attribuiscono a Los Zetas anche l’incendio del Casino Royale di Monterrey, nel quale morirono 52 persone, così come un numero incalcolabile di regolamenti di conti ed esecuzioni, di cui solo è rimasta la traccia di poco meno di 200 cadaveri scoperti in 47 fosse comuni clandestine distribuite su tutto il territorio dello stato di Tamaulipas. Secondo gli specialisti, però, Los Zetas – che qualche anno fa era considerata la seconda organizzazione criminale più potente del paese, dopo il cartello di Sinaloa – stava perdendo influenza e controllo territoriale, soprattutto dalla morte di Heriberto Lezcano, detto El Lazca, nell’ottobre del 2012. Era stato El Lazca ad organizzare la diversificazione delle attività dei Los Zetas, nati come narcotrafficanti ma che con il tempo si sono dedicati anche all’estorsione, i sequestri e le rapine. Secondo fonti della giustizia messicana, qualche mese fa Trevino organizzò un vertice a Piedras Negras, nello stato di Coahuila, per cercare di negoziare un accordo con altre bande criminali, ma le trattative non portarono a nessun risultato concreto. L’ultimo colpo al vertice de Los Zetas era arrivato nel maggio dell’anno scorso, quando fu ucciso Galdino Mellado a Reynosa, nello stesso stato di Tamaulipas che era l’epicentro del potere della banda: Mellado era uno degli ultimi superstiti dei fondatori dell’organizzazione, ed era considerato il numero due di Trevino per le operazioni illegali sulla frontiera con gli Stati Uniti.
fonte aduc