MACBETH, il film di Justin Kurzel con Michael Fassbender e Marion Cotillard nei cinema dal 5 gennaio 2016 grazie a Videa.
“Dopo SHAME, volevamo lavorare nuovamente con Michael Fassbender”, osserva Canning. “Mentre lavoravamo all’adattamento, ci siamo resi conto che nessun altro se non lui era in grado di conferire al personaggio lo stile così unico che stavamo cercando.”
Da parte sua, Fassbender, uno degli attori più completi e popolari di oggi, ha subito visto il potenziale del progetto: “È scritto in modo straordinario e ti capita una sola volta nella vita di poterlo fare. Così ho cercato di essere il più ben preparato possibile senza tralasciare nessun aspetto.”
Fassbender interpreta Macbeth sottolineandone gli aspetti più umani, evitando di calcare quelli eccessivamente teatrali. Canning aggiunge: “È come entrare nella testa di un uomo e vedere pian piano la sua follia rivelarsi e divenire sempre più evidente. Si è impotenti e si può solo seguire lo svolgersi degli eventi. Sebbene le vicende di Macbeth siano ben note, ci sono molte sorprese.”
Con Fassbender nel ruolo di Macbeth, l’attenzione dei produttori si è poi rivolta alla scelta di un regista che potesse integrarsi bene con lo stile unico del protagonista e aggiungere nuovi livelli alla tragedia classica. “Il fatto di avere Fassbender nel cast ha giocato un ruolo importante e molti professionisti sono stati interessati ad entrare nel progetto”, Canning osserva.
Dopo aver visto SNOWTOWN, del regista Justin Kurzel, i produttori hanno deciso di sottoporgli la sceneggiatura. Il regista australiano ha alle spalle una vasta esperienza teatrale nel suo paese e il suo debutto alla regia ha vinto diversi premi nei festival di tutto il mondo.
Canning aggiunge: “SNOWTOWN racconta di come un omicidio, o una serie di omicidi, possano influenzare una intera comunità e di come quella comunità finisca per essere “governata” da quell’assassino. È una cosa attuale purtroppo nella società contemporanea, così come lo era quando Macbeth commise i suoi crimini”.
Il produttore Laura Hastings-Smith aggiunge, riferendosi a SNOWTOWN: “È un regista che ha veramente scandagliato gli strati più nascosti della psicologia di un personaggio”.
“Justin ha portato alla luce una combinazione unica del suo background teatrale e dell’attenzione alla verità storica del periodo medievale”, nota Canning, “ma ha aggiunto anche quel senso precario e duro della vita di frontiera simile a quella dei western. Si tratta di un paesaggio difficile, in cui le persone cercano di sopravvivere e prosperare, e credo che Macbeth scelga l’atto omicida per migliorare la sua vita in un mondo duro”.
Kurzel ha osservato e avvicinato la storia di Macbeth cercando di immaginare cosa significasse vivere a quel tempo e quanto potesse essere dura e persino brutale la sopravvivenza. “Mi ha ricordato la realtà dei western, con paesaggi e atmosfere che percepivo molto più pericolose rispetto ad altri adattamenti del Macbeth”.
Ma è stato il concetto di Macbeth come guerriero che ha convinto Kurzel ad entrare nel progetto. “Volevo portare sul grande schermo l’ombra della guerra, mostrare come Macbeth reagisca a quella realtà o ne sia il prodotto, e come essa giochi un ruolo fondamentale nella sua ambizione di diventare re; ho trovato tutto questo molto interessante nei termini di un personaggio che cerca di superare un trauma o un dolore; ho provato una sorta di familiarità, di parentela”.
La presenza di Fassbender è stata fondamentale per Kurzel che dice: “Non avrei accettato se non ci fosse stato Michael. L’ho conosciuto dopo il mio primo film e lui è di gran lunga uno dei più grandi attori della sua generazione; volevo disperatamente collaborare con lui”.
In realtà, è stato dopo che Fassbender ha visto SNOWTOWN – e prima che l’idea di scegliere Kurzel per dirigere Macbeth fosse oggetto di discussione – che l’attore ha chiesto al suo agente di organizzare un incontro. “Volevo lavorare con lui”, osserva Fassbender. “La sensazione di lui come persona e le conversazioni che avevamo avuto mi facevano pensare che avremmo lavorato bene insieme. Da lì in poi il rispetto e l’affetto che ho per lui come persona e per il suo modo di lavorare è costantemente cresciuto.” E continua: “La sua visione dell’opera e la precisione nell’ottenere ciò che volevamo in ogni scena, ha portato chiarezza a ogni battuta.”
“Guardare Justin dirigere gli attori è stato emozionante”, afferma Hastings-Smith. “È come una sorta di masterclass. Quasi istantaneamente gli attori erano sotto la sua guida e in un breve tempo erano disposti a fidarsi della sua visione e a fare tutto ciò che gli veniva richiesto. Hanno viaggiato insieme in luoghi molto oscuri e Justin è molto abile a dirigere un attore.”
Concorda Reynor: “Justin promuove un vero senso di cameratismo sul set, e tutti si sentono incoraggiati a fidarsi di lui. È impossibile resistergli e non credo ci sia una sola persona in questo film che non si fidi completamente di lui.”
Questo vale particolarmente per Marion Cotillard, che ha accettato di interpretare il ruolo cruciale di Lady Macbeth, nonostante l’inglese non sia la sua lingua madre. “Sapevo che un giorno avrei interpretato Lady Macbeth”, spiega Cotillard, sottolineando lo speciale legame che ha con la Scozia e in particolare con questa tragedia. “Ma ho sempre pensato che sarebbe stato in francese e a teatro. Quando mi è stato offerto il ruolo sono rimasta molto sorpresa.”
Essendo una delle attrici di maggior talento della sua generazione, Marion Cotillard è stata una scelta quasi scontata per la parte di Lady Macbeth. E sebbene il personaggio sia di origine scozzese, la sua presenza ha aggiunto un ulteriore livello al film. “Ci ha permesso di inserire un personaggio che trasmette un senso di alterità”, spiega Canning. “Tra lei e la sua comunità, soprattutto le altre donne, c’è una sorta di separazione, di differenza e questo aggiunge complessità al ruolo di Lady Macbeth. Questo aspetto, unito alla sua incredibile interpretazione, offre un modo del tutto nuovo di vedere Lady Macbeth.”
Anche Jack Reynor è d’accordo e aggiunge: “Ha perfettamente senso che lei abbia mantenuto il proprio accento, aggiunge un livello diverso all’intero progetto. Inoltre lei è incredibilmente forte, una grande attrice e ci sono momenti del film in cui è lei a prendere il comando. È stato un onore lavorare con lei.”
Kurzel sottolinea quanto Marion Cotillard abbia lavorato sodo per imparare bene la lingua di Shakespeare, nonostante la barriera linguistica. “È stato un impegno notevole soprattutto per chi è straniero”, osserva. “Sia io che Michael eravamo entrambi entusiasti che Marion avesse accettato la parte; credo che lei abbia pensato che questa era un’occasione unica e che difficilmente le sarebbe capitata nuovamente, non poteva dire di no.”
“Non potevo perdere l’occasione di interpretare questo personaggio in inglese”, concorda Marion Cotillard. “Neil Swain ha lavorato con noi sul linguaggio, e lui non è solo un abile dialogue coach, ma soprattutto un esperto di Shakespeare. Siamo andati in profondità nel mondo di Shakespeare, e il nostro lavoro è stato molto più accurato che non trovare semplicemente il giusto accento, ritmo ed energia.”
Cotillard dice che recitare con Fassbender è stato facile poiché fin dall’inizio tra i due si è creata una buona sintonia. “A volte incontri qualcuno e ti sembra di conoscerlo da sempre”, osserva. “Questa è la sensazione che ho avuto con Michael; è una persona creativa e ricca di inventiva, ma queste sue capacità non sacrificano la semplicità e naturalezza con cui recita. Mi ha sorpreso tutti i giorni.”
La stessa capacità di Marion Cotillard di accogliere e affrontare con grande spirito la sfida riflette l’atteggiamento di tutta la produzione e Kurzel ritiene che sia questo ad aver reso così intensa la loro collaborazione. “Avevamo tutti un po’ di paura”, ammette onestamente, “non solo per Marion che doveva cimentarsi nei versi shakespeariani, ma anche per Michael che interpretava Macbeth e per me che dovevo dirigere il mio secondo lungometraggio dopo aver fatto solo un piccolo film australiano. Avevamo tutti paura, ma penso che questo abbia contribuito a creare una tensione positiva e ci ha spronato a impegnarci per superarla.”
“Penso che, alla fine, il pubblico sentirà una forte empatia con Macbeth e Lady Macbeth”, osserva Hastings-Smith. “Ovviamente fanno cose terribili, che possono accadere anche alle persone buone, ma penso che in questo film si arrivi a comprendere la tragedia da un punto di vista molto umano.”
Una volta selezionati gli attori per i ruoli principali, è stata la volta della scelta degli attori per i personaggi che ruotano intorno a Macbeth. “Volevamo che gli uomini intorno a Macbeth esprimessero anche loro la realtà della guerra”, nota Canning parlando dei ruoli di Macduff e Banquo. “Sean Harris e Paddy Considine sono stati incredibili nel trasmettere questo aspetto guerriero, e ritengo che siamo stati in grado di collocare i personaggi di Macduff e Banquo al centro della storia in un modo in cui la dinamica del teatro non permette.”
Il Banquo di Paddy Considine è un “ragazzo fortemente leale”, dice l’attore. “È apparentemente incorruttibile e ha un enorme conflitto morale quando scopre le azioni dell’amico. È meno turbato dalle profezie di quanto non lo sia Macbeth, ma è quando inizia a vedere il cambiamento dell’amico che comincia a mettere in discussione le sue motivazioni e i suoi obbiettivi.”
Kurzel lo ha incoraggiato a portare al suo personaggio il tipo di lavoro e ricerca che aveva fatto nel film IN AMERICA – IL SOGNO CHE NON C’ERA di Jim Sheridan. “Mi sono divertito a portare quelle qualità al Banquo”, osserva Considine. “Speriamo che lasci un segno nel pubblico.”
Paddy Considine ha molto apprezzato dover recitare insieme a Lochlann Harris nel ruolo del figlio di Banquo, Fleance. “Lavorare con Lochlann è stato incredibile”, dice l’attore. “Justin mi ha mostrato un sacco di provini, e non capivo perché chiedesse il mio parere, ma quando ho visto Lochlann, ho capito che si differenziava da tutti: la sua fisicità, i suoi movimenti, tutto in lui era perfetto. Lochlann ha quella scintilla che si vede nei giovani attori, la stessa che ho vista in Thomas Turgoose in THIS IS ENGLAND.”
Jack Reynor interpreta Malcolm. L’attore, che non ha alcun background nel teatro classico, ha detto: “conoscevo Michael già prima di girare il film; ho colto al volo l’opportunità di lavorare con lui. Poi ho saputo che Justin Kurzel, che avevo visto in SNOWTOWN, avrebbe diretto il film. Considero molto interessante il lavoro che ha fatto in SNOWTOWN, è un ritratto incredibilmente forte di quella parte del mondo e di quella società. Ho pensato che avrebbe fatto grandi cose anche in questo film.”
A Reynor piace molto l’evoluzione del suo personaggio nel film. “Malcolm è un ragazzo giovane che sta cercando di diventare un uomo e assumersi le sue responsabilità”, dice. “È stato interessante affrontare l’idea che quando suo padre muore, crolla psicologicamente e si rifugia nel fatto di essere un ragazzo e per questo vulnerabile, ma poi trova la forza di rimettersi in piedi e si fortifica per ricoprire il suo ruolo e tener fede ai suoi doveri.”
Reynor ha inoltre molto apprezzato la possibilità di lavorare con David Thewlis, che interpreta Duncan e, a tal proposito, ha detto con entusiasmo: “la prima volta che sono stato al cinema ho visto un film con David. È stato magnifico essere sul set con lui. Ha trasmesso l’idea di un re consapevole e un po’ titubante, con il quale è naturale entrare in empatia e soffrire per lui. Il suo unico crimine è di non essere forte come suo padre.”
Iain Canning aggiunge “Normalmente per il ruolo di Duncan si tende a scegliere un attore molto più vecchio di Macbeth; abbiamo preferito cercarne uno che rappresentasse una sfida sia fisica che mentale per Macbeth. David era la scelta perfetta per Duncan, per la sua capacità di combinare potenza e vulnerabilità e per aver saputo dare profondità ad un personaggio che spesso non viene molto messo in evidenza.”