E’ uscito ad aprile: Il Mare Dalla Luna, il nuovo, quinto album in studio di Banda Rulli Frulli, band di stanza a Finale Emilia che conta ben 70 elementi tra bambini, adolescenti, abili e diversamente abili tra gli 8 e i 25 anni che, nota dopo nota e giorno dopo giorno hanno costruito i loro strumenti, li hanno pitturati e hanno dato vita a un progetto trascinante, tra la prog di The Battles e l’allegria di una vera e propria banda di strada. Dopo aver partecipato a Stasera Casa Mika e aver emozionato Jovanotti che li invita a condividere il palco (qui), e dopo essere stati tra i protagonisti di Materadio 2016, la Festa di Radio3, la Banda Rulli Frulli è pronta a presentare un nuovo album con ospiti di tutto rispetto: Tommaso Cerasuolo dei Perturbazione, Cristina Donà, Luca Mai (Zu), Daniele Rossi (Gazebo Penguins), Stefano Pilia (Massimo Volume/Afterhours), Bob Corn, Emanuele Reverberi e La Banda di Quartiere.
Anche l’immaginario sarà del tutto nuovo, con una cover tematica realizzata da Alessandro Baronciani e le animazioni live di Michele Bernardi. L’ispirazione arriva questa volta direttamente dallo spazio, un luogo lontano e misterioso: lo spazio è un punto da cui guardare la Terra, le montagne o il mare da una diversa angolazione, affascinante e peculiare, che insegna che chi “sembra stare sulla Luna” è, a volte, più vicino e meno diverso di quanto possa apparire.
Rulli Frulli nasce nel 2010, ma è durante il terremoto nel 2012 a Finale Emilia, quando il paese si riunisce, che la banda viene ospitata presso la sicura sede di Mani Tese. Capitanati da Federico Alberghini (ideatore e fondatore del progetto) insieme a Marco Golinelli, Federico Bocchi e Sara Setti, i giovani inventano un modo nuovo di superare la paura: suonando insieme, suonando più forte del terremoto.
La sede di Mani Tese di Finale Emilia è oggi il quartier generale della Banda Rulli Frulli, promossa dall’Associazione Mani Tese stessa e nata all’interno della Fondazione C.G. Andreoli. Un gruppo dove tutti sono uguali, dove si superano le differenze di età mentre si costruiscono strumenti musicali con materiali di recupero, come “per dare una seconda vita agli oggetti” (spiega Federico Alberghini): così i ragazzi salgono sul palco con cestelli dell’asciugatrice trasformati in casse da banda, tubi idraulici suonati con racchette da ping pong, manici di scopa siliconati per farne bacchette e pentole a profusione. Un progetto dove si fa musica per davvero, in cui la musica non fa differenze e toglie le distanze. E il risultato è strabiliante.
“Il Primo Maggio sono entrati nelle case degli italiani, un messaggio per ripetere che le cose si possono fare insieme e che siamo tutti uguali. E ce le hanno suonate per bene” Corriere della Sera ed. nazionale
Album precedenti:
Il Branco (2013), La Ciurma (2014), Kraken (2015), Cinquanta Urlanti (2016)