Dopo l’Ep “L’ira dei buoni” del 2016, Saffir Garland fa uscire il 19 gennaio 2018 l’ipotetica risposta lunga: “La calma dei malvagi”, album di lunga gestazione e ricchissimo di contenuti forti, nonostante la scorrevolezza della musica. I generi si fondono in uno stile personale di Gilberto Ongaro, cantautore satirico che delinea il suo umorismo surreale in un prog pop. I malvagi sono calmi poiché si sentono al sicuro, questo mondo è loro. Attraverso il linguaggio musicale e un gusto per allitterazioni ed altri giochi con le parole, Saffir Garland vuole sensibilizzare gli ascoltatori circa determinati argomenti mai trattati a fondo con la dovuta attenzione; la speranza utopistica è che forse, rendendo più persone consapevoli di certe ingiustizie, magari questi malvagi inizino a stare un po’ meno calmi…
01) Ti mando in Congo: canzone pop che, partendo da un’allegra rumba africana, denuncia lo sfruttamento nelle miniere di coltan nella Repubblica Democratica del Congo.
02) Flaconi: funk demenziale sull’obsolescenza programmata, ovvero sugli oggetti costruiti apposta per rompersi, di solito appena scaduta la garanzia. Con focus compiaciuto sui contenitori che ci circondano.
03) Baghdad: reggae che si trasforma in hard rock, che racconta del primo bombardamento in Iraq da parte degli Stati Uniti il 20 marzo 2003. La prima stesura della canzone risale al 2004.
04) Metopa: pop enigmatico in realtà esplicito. La paura del terrorismo ci porta a vivere rassegnati in attesa del nostro destino; uno sguardo più distaccato però ci permette di guardare da lontano quello che sta accadendo, avvistando una mitopoiesi che si rivela pilotata. L’arte viene in aiuto a comprendere.
05) Sofia: melodia sanremese, cantata da Barbara, dove si parla, in maniera emozionale e non scientifica, della cosiddetta “apertura celestiale”, teorizzata dalla dott.ssa Patricia Kuhl, secondo la quale i neonati, nel primo anno di vita, hanno il cervello capace di apprendere informazioni ad una velocità che poi non raggiungeranno mai, una volta cresciuti e divenuti coscienti. La canzone collega questa innata capacità al desiderio adulto, tipico in ambito esoterico, di raggiungere sophia, la sapienza, la consapevolezza.
06) Marcella: rock drammatico sul turismo sessuale infantile, altro argomento tabù. La canzone è del 2006, coincide con la tesina di maturità di Gilberto, che verteva proprio su tale tema. “Marcella” è una ragazza dipinta in un quadro del 1910 di E.L. Kirchner, esponente dell’espressionismo tedesco, dalla quale Gilberto si è ispirato. La canzone è interpretata da Barbara Bordin.
07) Oro blu: strumentale per piano, viola e flauto traverso, scritto pensando all’acqua, e a quanto essa sarà la causa delle guerre del futuro.
08) Ghirlanda: fiaba narrata su una ballata folk. Ci sono due villaggi contrapposti, che si odiano da tempo immemore, e non ricordano più il perché. Una coppia di giovani curiosi e ingenui abita in uno dei due villaggi, e decide di sconfinare. Dall’altra parte un uomo armato è già pronto a spaventarli. Come si uscirà da questa situazione? La canzone è intrisa di simbologie e metafore implicite.
09) Endimioni: l’Apoteosi finale del Balletto della Bella Addormentata di Tchaikovsky, qui si trasforma dapprima in un lento per piano e voce di Barbara, e poi in un heavy glam metal virtuosistico. Endimione è una figura della mitologia greca, costretto a dormire per trent’anni, con gli occhi aperti secondo una versione. Questa è la condizione attuale dell’uomo occidentale, per Gilberto. Dormiamo con gli occhi aperti, finché, come disegnato nella copertina (da Zaffira), il letto cadrà in un cratere.
Gilberto si è avvalso di numerosi ospiti per realizzare gli arrangiamenti dei suoi brani. Come per i lavori precedenti, è qui che si esplica il senso del nome “Saffir Garland”. Ghirlanda di zaffiro, ovvero un unico collante di vari elementi preziosi da ambienti musicali eterogenei. Spicca la partecipazione della cantante Barbara Bordin, che fa parte del Summertime Choir e che canta qui tre delle nove canzoni in prima voce, comparendo anche in altre due.
Gilberto Ongaro: autore, voce e tastiere
Barbara Bordin: voce e cori
OSPITI
Matteo Acerbi (La Risposta Indiretta): batteria
Maurizio Maranto: batteria
Leonardo Negrello: basso elettrico e chitarra acustica
Omar Castello (Battisti Project): chitarra elettrica e acustica 12 corde
Matteo Brigo: chitarra elettrica
Antonio Ferrari: mandolino
Greta Monalbo: viola
Sophie Liebregts: arpa celtica
Stefano Sadè: flauto traverso
Giovanni La Terza (Marmaja): fisarmonica
Valerio Vettori: cornamusa irlandese
Bruno Sponchia (Industria Onirica): voce
Maurizio Zannato (Marmaja): voce