Utilizzare un ‘gene suicida’ per migliorare l’efficacia dei trapianti di cellule staminali da donatore nei bambini colpiti da malattie ematologiche maligne come la leucemia ma anche da altre patologie benigne gravi come la talassemia o alcuni tipi di anemia. A dimostrare la validità di questa metodica innovativa è uno studio internazionale coordinato dall’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, presentato al Congresso dell’Associazione europea di ematologia (Eha) a Madrid e selezionato tra i sei migliori lavori pervenuti. Per questo la ricerca è stata ‘premiata’ con una particolare menzione dall’Eha. A coordinare lo studio è Mattia Algeri, 33 anni, onco-ematologo pediatra al Bambino Gesù: “Lo studio – spiega – ha coinvolto 98 pazienti in Usa ed Europa con un’età media tra 4 e 8 anni”. Si tratta di un metodo innovativo, e per questo premiato dal congresso degli ematologi europei, che “migliora – spiega l’esperto – la sicurezza e l’efficacia dei trapianti di staminali per i pazienti pediatrici utilizzando linfociti da donatore parzialmente compatibile che vengono modificati geneticamente appunto con un gene-suicida che li induce all’autoeliminazione se dovessero provocare reazioni avverse nel paziente trapiantato”.
fonte aduc