Adriano Di Benedetto ha 24 anni ed è cantautore e poli-strumentista ma anche abile autore. Suona il pianoforte sin da bambino e grazie agli studi classici ha imparato a suonare la chitarra acustica e l’armonica a bocca. È affascinato della contro-cultura americana ed europea e si è innamorato del folk cantautorale di Dylan, Cohen, Baez assimilando anche i classici italiani come De André, De Gregori e Guccini. Negli ultimi anni si è dedicato alla musica etnica e popolare italiana imparando a suonare il mandolino e la fisarmonica. Una delle figure più influenti della sua cultura musicale di stampo italiano è Gabriella Ferri. Tenacemente avveduto nella scelta di ogni singolo vocabolo porta avanti una meticolosa ricerca linguistica che confluisce nei suoi testi articolandoli con suoni spesso dimenticati e con un lessico non imbrigliato dalle maglie superficiali della generazione moderna. Non disdegna la scrittura di testi in dialetto romano che utilizza come fine ricerca di una cultura popolare profonda. Il suo canto abbraccia la filosofia e la letteratura esistenzialista con testi contemporanei e universali. Di Benedetto si colloca, dal punto di vista musicale, al centro del Mediterraneo; rafforza quel ruolo di crocevia etnico e sociale che la sua Roma ha sempre avuto e ha tuttora. Si affaccia verso altre culture, arricchendosi di contaminazioni: balcaniche, africane, spagnole, francesi. Canta con uno sguardo autentico, rivolto al passato, e, al tempo stesso, proiettandosi al futuro; senza mai scordare le proprie radici. Ad ispirare la sua scrittura sono state, principalmente, le letture dei classici della letteratura e della poesia e gli approfondimenti filosofici: da Pasolini a Neruda, da Sartre a Camus.
1. Mamma Roma
2. Quinto Piano
3. I tuoi occhi
4. Vino (soliloquio senza solfiti)
5. Ombre
6. Baci al sale
7. Girotondo di parole
8. Prometeo
9. Fenomenologia dell’amore
10. Serenata