IL TRADITORE è un film di vendette e tradimenti su Tommaso Buscetta, detto anche il “Boss dei due mondi”.
Il nuovo film di Marco Bellocchio racconta il primo grande pentito di mafia, l’uomo che per primo consegnò le chiavi per avvicinarsi alla Piovra, cambiando così le sorti dei rapporti tra Stato e criminalità organizzata. Pierfrancesco Favino interpreta Tommaso Buscetta, il Boss dei due mondi, secondo una prospettiva inedita e mai studiata prima: sarà il “Traditore.” Un racconto fatto di violenze e di drammi, che inizia con l’arresto in Brasile e l’estradizione di Buscetta in Italia, passando per l’amicizia con il giudice Falcone e gli irreali silenzi del Maxiprocesso alla mafia. Ed è proprio nel momento in cui la giustizia sembra aver segnato un punto, che Cosa Nostra ricorda a Buscetta e all’Italia che la sua sconfitta è ben lontana. Scoppia la bomba a Capaci e Buscetta alzerà il tiro facendo il nome di Andreotti: un tragico boomerang che lo costringerà a fuggire dall’Italia per sempre.
un film di
MARCO BELLOCCHIO
con
Pierfrancesco Favino, Maria Fernanda Cândido, Fabrizio Ferracane, Luigi Lo Cascio, Fausto Russo Alesi,
una coproduzione Italia-Francia-Germania-Brasile prodotto da BEPPE CASCHETTO
una produzione IBC MOVIE, KAVAC FILM con RAI CINEMA
Distribuzione 01 Distribution
Sicilia, inizio anni ’80. Lo sviluppo e l’ascesa del commercio di eroina hanno scatenato una guerra di Mafia: Totò Riina e i Corleonesi contro le vecchie famiglie. Il bilancio dei morti cresce esponenzialmente, giorno dopo giorno. Dall’altra parte del mondo, a Rio de Janeiro, Tommaso Buscetta si sente sotto assedio. A Palermo sono stati uccisi due dei suoi figli e suo fratello, ed ora il cerchio si sta stringendo attorno a lui. Tuttavia, prima che la Mafia riesca a raggiungerlo, è catturato dalla Polizia Federale Brasiliana. Si tratta di un arresto spettacolare: i titoli dei giornali parlano della cattura del “Boss dei due mondi”. La sua estradizione è immediata. Per Buscetta il rientro in Italia equivale alla morte e, preso dalla disperazione, tenta di uccidersi con la stricnina, ma viene salvato all’ultimo momento. Ad attenderlo per riportarlo in patria c’è Gianni De Gennaro, il più fedele collaboratore del Giudice Giovanni Falcone.
Rientrando in Italia Buscetta si rende conto che gli resta una sola possibilità per vendicarsi dei suoi nemici: a Roma incontra Falcone e inizia a collaborare. Grazie alle sue rivelazioni l’autorità giudiziaria riesce ad organizzare il primo Maxi-Processo contro il crimine organizzato: 475 imputati, 200 avvocati. Le relative sentenze infliggono un grave colpo alla Mafia, tuttavia Totò Riina è ancora latitante…
Cosa Nostra prepara la sua risposta preparandosi ad una carneficina ancora più violenta: il Giudice Falcone e la sua scorta sono uccisi dall’esplosione di 400 kg di tritolo. A questo punto Buscetta decide che è giunto il momento di puntare più in alto: per sconfiggere definitivamente Riina, deve fare dei nomisue testimonianze, l’avvocato difensore mostra alla corte una rivista di gossi
importanti, quelli dei politici collusi con la Mafia. Buscetta partecipa, quindi, come testimone in numerosi processi, diventando una figura pubblica sempre più popolare, protagonista di libri e articoli di giornale. Nel 1993 anche Riina viene arrestato.
È in questo momento che il Boss dei due mondi compie un passo falso: una lussuosa crociera con la moglie nel Mediterraneo. Al processo Andreotti, istituito sulla base delle p con le foto del pentito in vacanza a spese dello Stato. Parte quindi una sistematica e impietosa campagna mediatica per distruggere la sua credibilità come testimone. Questo rappresenterà il suo definitivo addio all’Italia.
Nel 2000 a Miami un vecchio e malato Buscetta scruta l’orizzonte con un fucile sotto braccio. Consapevole che la Mafia non dimentica mai, teme un attacco dei suoi implacabili nemici. Tuttavia, prima della temuta vendetta lo raggiunge la morte, una morte che non si può evitare, causata dalla sua malattia. Il viso di Buscetta si rischiara in un flebile sorriso… Fuggire la vendetta di Cosa Nostra è stata la sua vittoria.