Un disturbo che può essere molto serio per alcuni cani, ma che può essere risolto o, almeno, gestito. Christian Costamagna spiega come comportarsi e come capire la psicologia canina, evitando gli errori più comuni. Attenzione soprattutto ad internet!
Anche i cani si sentono soli. Quando il loro “umano” è lontano, soffrono per la sua assenza. questo è un sentimento assolutamente normale, ma per alcuni cani può sfociare in una vera e propria ansia da abbandono. Questo accade principalmente perché il cane non ha ricevuto un’educazione appropriata, e soffre per il distacco, non riuscendo a gestire questo sentimento così violento.
Nell’ultimo anno sono aumentati notevolmente i cani che ne soffrono, che non sono stati in grado di sopportare il forte distacco dopo i vari lockdown, passando dal trascorrere ogni ora del giorno con la propria famiglia umana, ogni giorno, a vederli tornare alla loro routine, trascorrendo molte ore fuori casa. Ma, paradossalmente, anche lavorare da casa può peggiorare la situazione.
Un malessere che può trasformarsi in un disturbo molto serio, quasi una malattia, interessando quei cani che non sanno stare da soli. Il motivo principale di questa condizione è legato ad un errato comportamento del “proprietario”, ad una mancanza di educazione appropriata da parte della mamma e del papà, ed un errato imprinting da parte di chi ha allevato il cucciolo.
“Se negli ultimi due casi c’è poco da fare nel primo si può fare molto per aiutarlo a vivere meglio questo momento. – Commenta Christian Costamagna educatore, istruttore e formatore cinofilo e fondatore del metodo Empathydog – So bene che in un questo periodo difficile che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo, il cane ha avuto un ruolo fondamentale per il nostro benessere, diventando in alcuni casi l’unico con cui abbiamo parlato o l’unico essere vivente che abbiamo visto per giorni. Questo ha portato molte persone a commettere alcuni errori, fatti involontariamente per mancanza di conoscenza, che possono creare seri problemi al cane. Il primo tra tutti è quello di umanizzare il nostro amico a quattro zampe”.
Trattare il cane come se fosse una persona non vuol dire amarlo di più, ma provocargli uno stato di grande confusione, che lo porta ad avere alterazioni nel comportamento, come reazioni eccessive a eventi esterni, o anche dell’alimentazione. Nel caso dell’ansia da abbandono, il cane vive il distacco dal proprietario come un vero e proprio trauma, non riuscendo a gestire le proprie emozioni ed il momento.
“La prima cosa da fare è capire che il cane è un cane, dobbiamo volergli bene e prendercene cura, ma deve essere trattato da cane, non come un bambino da coccolare o un soldatino da addestrare. – Prosegue Christian Costamagna – Impariamo noi per primi a gestire le emozioni, così potrà impararlo anche il cane. Oggi le persone si affidano a telecamere, kong, kennel… Tutti strumenti inutili dal punto di vista educativo e che ti portano solamente a rendere il tuo cane ancora più stressato. Ho visto cani mordersi da soli o leccarsi compulsivamente dallo stress, o lanciarsi in pianti interminabili. Se il vostro cane manifesta questi sintomi la cosa da fare è soltanto una: rivolgersi ad un esperto per correggere la sua e la vostra educazione, riequilibrando il rapporto. Assolutamente da evitare è il fai-da-te. Su internet si possono trovare molti consigli, molti anche giusti, che spiegano come la soluzione possa essere assentarsi in modo graduale, ma la loro efficacia può essere nulla se non si rispetta la psicologia canina. I nostri sforzi potrebbero addirittura essere controproducenti, far capire al cane che ha motivo di essere preoccupato, ed aumentargli il carico di stress”.