MACBETH, il film di Justin Kurzel con Michael Fassbender e Marion Cotillard nei cinema dal 5 gennaio 2016 grazie a Videa.
Il film è stato girato in 7 settimane, 36 giorni di riprese di cui solo 6 giorni non hanno richiesto riprese in esterni. “Il regista ha voluto girare nel modo più autentico possibile,” dice Hastings-Smith in merito alla decisione di lavorare sul posto. “Justin ha voluto creare un mondo veramente credibile e in questa sua logica ha fatto spesso riferimento ai paesaggi duri e desolati dei Western. La durezza del mondo del Macbeth ha reso anche il paesaggio un personaggio reale del film.”
Il regista Kurzel ha sottolineato: “È stata una cosa intenzionale girare la maggior parte delle scene in esterni e ha comportato ovviamente molte sfide, ma ha conferito al film il senso di un forte legame con i luoghi, gli ha dato un’impronta molto realistica. L’interpretazione dei personaggi si fonde con il paesaggio creando un legame unico con i versi e la narrazione.”
Le riprese hanno dovuto affrontare molte difficoltà soprattutto per il fatto di dover girare durante i mesi invernali. “A un certo punto abbiamo pensato che William Shakespeare in persona stesse giudicando le nostre scelte,” scherza Canning. “A volte sembrava favorevole a ciò che stavamo facendo, garantendo un tempo ideale per poter girare le scene, mentre in altre occasioni, come in Gran Bretagna, abbiamo dovuto affrontare condizioni climatiche terribili – forse, semplicemente, ci ha voluto fermare per un po’.”
Ma in fondo, secondo Canning, Macbeth è una storia in cui il clima è molto importante. “Le tempeste riflettono molto di ciò che accade e abbiamo voluto sfruttare questo aspetto. Inizialmente avevamo pensato che avremmo sfruttato gli effetti speciali per realizzare alcune scene, ma ci siamo trovati davanti a delle vere occasioni naturali”.
Secondo Hastings-Smith, è stato proprio Michael Fassbender a guidare e aiutare tutto il cast e la troupe ad affrontate condizioni così difficili. “È un attore che si impegna moltissimo ed è anche forte fisicamente; la sua concentrazione sul ruolo lo ha reso un leader e un esempio per tutti noi”, osserva. “È un po’ come se pensassimo: se lo fa Michael, allora possiamo farlo anche noi.”
Tutti gli attori hanno affrontato le difficoltà dell’ambiente senza lamentarsi. “Marion ha dovuto fare alcune scene estreme, a piedi nudi sulla grandine. Anche lei è una professionista molto seria. Penso che sia per il fatto di credere veramente nel film e in Justin, che tutti siano riusciti ad affrontare in modo incredibile ogni scena e questo ci ha permesso di ottenere un gran risultato.”
Marion Cotillard aggiunge: “Quando sei trasportato e motivato dall’energia di un grande regista e dall’opportunità di raccontare una storia come questa, allora, sì, senti che fa freddo, ed a volte è molto difficile, ma trovi l’energia di farlo perché ne percepisci la magia.”
“Ci siamo sentiti tutti molto solidali e uniti”, dice Kurzel “quando vedi il tuo scenografo letteralmente volare davanti alla cinepresa perché spinto da una folata di vento o vedi Marion Cotillard scomparire in un buco nella palude mentre cammina, ci si sente tutti molto vicini e guidati da un unico obbiettivo.”
Fassbender aggiunger ridendo: “Tutto quello che riuscivi a vedere della troupe erano gli occhi che spuntavano dalle loro attrezzature anti-pioggia – le persone che lavorano da 25 anni in questo settore hanno sperimentato già le peggiori condizioni climatiche e sono quindi ben attrezzate.”
Kurzel aggiunge: “Penso che si percepisca la fatica che c’è dietro, e spero che il fatto che il paesaggio giochi un ruolo così fondamentale nella psiche di Macbeth venga colto dal pubblico.”
“Justin è un vero artista e credo che, come tale, non possa non essere stato toccato dalla forza degli elementi della Scozia”, spiega Cotillard. “C’è qualcosa in quella natura e in quei luoghi, una specie di misticismo. C’è molto di più di ciò che si vede apparentemente. “
Nel film c’è la scena di una battaglia che dura per più di dieci pagine di sceneggiatura. Il cinema ti dà l’occasione di mostrare ciò che è impossibile fare a teatro,” dice Canning; “è una battaglia che normalmente viene raccontata da Banquo e non rappresentata; è stato molto importante visualizzare tutti i personaggi sul campo di battaglia e poi seguirli nell’evoluzione delle loro vite per vedere come quell’esperienza abbia influito su di loro.”
Nel girare la scena della battaglia, Kurzel si è concentrato sul punto di vista dei personaggi principali e su quello delle tre streghe che sono un elemento centrale delle prime scene, poiché profetizzano a Macbeth ciò che lo ossessionerà per la resto della storia.
È stata tra le prime scene ad essere girate. Osserva Kurzel: “piuttosto che rappresentare in modo narrativo la battaglia, il focus è sui pensieri di Macbeth, e di come questi lo stiano condizionando.”
Per assicurarsi un risultato verosimile e realistico, si è sfruttato un esercito di rievocatori storici di battaglie. Kurzel ha detto: “Questi ragazzi trascorrono i loro fine settimana a fare rievocazioni, quindi la loro dedizione e passione verso ciò che fanno o che, in questo caso, gli è stato richiesto di fare, è stato davvero notevole.” Fassbender aggiunge scherzando: “Credo che solo due di loro non siano tornati a girare. Di tutti i guerrieri in campo ne abbiamo persi solo due. Molti di loro sono stati in giro mezzi nudi, ed era un freddo che non so spiegare, visto che era la fine di gennaio; pioggia e temporali erano all’ordine del giorno.”
Uno dei temi chiave da esplorare, attraverso la rappresentazione della battaglia delle sue conseguenze, è stato il concetto di stress post-traumatico e di come questo agisca sulla mente di Macbeth.
“Justin ha subito compreso che il personaggio era affetto da PTSD”, osserva Fassbender. “Ha allucinazioni e questo conferma la presenza di un certo grado di psicosi. Viene fuori durante la scena del banchetto dove fondamentalmente parla da solo: se qualcuno mi conosce, allora sa che soffro di questi strani attacchi. Nel dire questo si evidenzia che il suo stato psicotico è antecedente e ho pensato che fosse una chiave di lettura interessante per approfondire il personaggio e ciò che accade nella sua mente.”
“Solitamente le rappresentazioni di Macbeth mettono in primo piano due personaggi avidi che desiderano di più,” osserva Kurzel, “ho pensato quindi che sarebbe stato interessante cambiare la prospettiva e dopo averci pensato a lungo, ho deciso di concentrare il focus su due personaggi che cercano di colmare un vuoto – dovuto ad un dolore o una perdita o di qualunque altra natura sia.”
Conferire alla figura di Macbeth il senso del valoroso guerriero che torna distrutto dalla guerra, ha ovviamente influito sul suo rapporto con la moglie. Canning fa notare: “Ci interessava esplorare come Lady Macbeth debba affrontare un marito che, tornato dalla guerra, non è che un ricordo dell’uomo che era partito e che lei amava. Le esperienze vissute sul campo di battaglia l’hanno cambiato. Si aggiunge quindi un ulteriore livello di complessità al loro rapporto. “
Marion Cotillard ha lavorato a stretto contatto con Fassbender per individuare perfettamente la giusta dinamica tra Lady Macbeth e suo marito. “Michael e Marion si impegnano totalmente in ciò che fanno”, dice Kurzel. «E hanno fatto uno straordinario e intenso lavoro prima di iniziare le riprese.”