“Giocofuoco” mette al centro l’uomo come realtà di sé stesso, l’animale-uomo, che a motivo della sua intelligenza può raggiungere il più alto gradino della scala sociale, però poi prende maggiore coscienza e si accorge di non essere davvero felice, gli manca ancora qualcosa, sente che l’onere dell’intelligenza non è stata sufficiente a renderlo completo. Ecco che nei suoi viaggi d’affari in Paesi poveri, scopre che molte persone trovano la felicità nell’umiltà, nelle cose semplici, nell’amorevole condivisione e nel rispetto della natura. L’uomo allora si interroga cominciando a spogliare la verità dal primo velo e capisce che la mente è inaffidabile perché “mente”. Ovunque egli vada nota che tutto è colore, calore e vita, scopre così il secondo velo e la verità gli si presenta lampante: L’uomo non è solo mente e spirito, ma anche Anima! Deve avere il coraggio di lasciarsi rapire, tornare alle origini, perdere ogni certezza affinché possa cominciare non solo a vedere i colori, ma anche a sentirseli addosso. Adesso che la verità è stata svelata, l’Uomo vede e sente il “Giocofuoco”, il fuoco d’artificio, ma soprattutto comincia ad udire la voce della sua Anima che con gioia sembra sussurrargli: “Ale ale ale oh!
I Plebei – Giocafuoco
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