Clint è uno scrittore che sta lavorando al suo primo romanzo horror e per sbarcare il lunario accetta una supplenza nella scuola da lui frequentata da bambino. Ma proprio durante il suo primo giorno di lavoro un misterioso virus attacca i bambini trasformandoli in un’orda di zombie antropofagi .
Clint e un gruppo di insegnanti della scuola saranno costretti a lottare per le proprie vite mentre il contagio si diffonde sempre di più.
Elijah Wood da quando ha fatto i soldi, ma quelli veri , con Peter Jackson e tutte le menate della compagnia dell’anello, ha gettato la maschera e si è rivelato per quello che è veramente : un fan dell’horror che si butta in progetti piccoli ma sfiziosi , li produce spesso in prima persona, presta il suo volto e la sua notorietà al progetto recitandoci con grande abnegazione e , giudicando dall’esterno, credo anche che si diverta un mondo.
E’ il caso di Cooties , piccolo horror indipendente, presentato al Sundance del 2014, che si rivela essere un autentico gioiellino di ironia e cattiveria mascherata dallo sberleffo sistematico che si applica al concetto di politically correct.
Si parla di bambini trasfomati in zombie, di insegnanti che nella loro vita sono probabilmente più zombie di loro e soprattutto non si lesina in quello che al cinema si vede non troppo spesso: la violenza sui minori.
Certo qui sono piccoli zombie affamati di carne e cervelli umani, morsicano più di un branco di rottweiler affamati, ma direi che c’è una certa , come dire, qual goduria nel mostrare violenze assortite su quelle belle testoline bionde e more che hanno giusto quello sguardo un po’ vuoto e quel rivolo di sangue fresco che gli scende dal lato della bocca.
Cooties cita sapientemente tanto cinema del passato, non si può non pensare al cinema d’assedio di Carpenter, non si può negare che tutto sia partito da Romero ma forse ancora da prima da quello straordinario cult firmato da Wolf Rilla che si intitolava Il villaggio dei dannati, la mente inoltre non può evitare di dirigersi verso quel piccolo cult di qualche anno fa che era The Children di Tom Shankland che però sceglieva un tono nel raccontare la vicenda ben più inquietante di quello scelto dagli esordienti Jonathan Millott e Cary Murnion che tuttavia si ritrovano per le mani lo script di Leigh Whannel ( Saw ed Insidious tanto per citare un paio di saghe) e Ian Brennan ( creatore di Glee e della recentissima serie Scream Queens).
Dicevamo quindi che ci troviamo di fronte a un film fieramente citazionista ma tutto è frullato ad alta velocità e con cospicue dosi di ironia che lo immettono di diritto nel calderone delle horror comedies.
Però qui di cattiveria ce n’è a vagonate oltre a battute degne del Saturday Night Live ( vedi quella in cui Elijah Wood si becca l’appellativo di hobbit).
Oltre a farsi forte di un comparto tecnico all’altezza con effetti speciali che si dimostrano rustici ma efficaci dando al film quell’aspetto vintage che lo rende ancora più simpatico ai miei occhi, oltre all’ironia cui avevamo accennato in precedenza, la carta vincente di Cooties è rappresentata da una manica di personaggi talmente fuori le righe ( e anche oltre ) che raramente si trova in una produzione “seria”.
Cooties , comunque , nonostante le apparenze e la ricerca della leggerezza è una produzione seria, anzi serissima.
Ma fottutamente divertente.
E Padron Frodo ci sguazza allegramente.
Ammirazione per lui e per la sua volontà di lavorare in progetti piccoli che gli piacciono piuttosto che cercare i dollaroni fruscianti nel blockbuster di turno.
PERCHE’ SI : ironia a vagonate, Wood si presta allegramente, aria vintage che lo rende anche più simpatico, fiero citazionismo.
PERCHE’ NO : qualche battuta a vuoto nella seconda parte, finale un po’ frettoloso e troppo aperto a un possibile seguito.
LA SEQUENZA : i piccoli zombie furoreggiano e il prof di ginnastica continua a tirare a canestro ( non prendendoci mai) senza che si accorga di nulla, Prima del fugone.
DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :
Grande rispetto e ammirazione per Elijah Wood e le sue scelte professionali.
Di film come questo ne vorrei uno al giorno.
Rainn Wilson è debordante.
Spero che ne facciano un sequel, che sia a questo livello però….