Non ha raggi laser in pugno, effetti speciali, cast stellari e i budget di promozione di un blockbuster statunitense. Ma si sta dimostrando un piccolo ideale ‘film di Natale’ La botta grossa, il nuovo film documentario di Sandro Baldoni, partito lo scorso 20 novembre con un tour di proiezioni che ha toccato oltre 30 tra città e piccoli centri, e che con dei buoni risultati nelle proiezioni evento (tra cui Roma e Milano andate sold-out), negli ultimi giorni si è addirittura permesso il lusso di battere in alcuni multiplex del centroitalia – nei territori di Lazio, Marche, Umbria protagonisti del film – il megacampione mondiale d’incassi dell’ultimo episodio di Star Wars.
Non si tratta di una favola edificante, o di una lotta contro le forze del grande cinema anglosassone, ma di un piccolo grande risultato ottenuto sul territorio con la forza di un racconto che da quel territorio parla a tutta Italia della voglia di partecipazione, di storie di resistenza al dramma del sisma, del bisogno di determinare le proprie condizioni di vita (e di reagire anche senza perdere tenacia e umorismo). Un risultato che viaggia con il passaparola degli spettatori, delle buone critiche al film, e della sua capacità di far incontrare e discutere le persone. È così che dai risultati di Roma e Milano, fino alla profondità di centri come Macerata, Terni, Fermo, Spoleto, il film di Baldoni riempie sale e fa un pieno di applausi accanto ai viaggi di Luke Skywalker. Senz’altro in comune, se non, nei modi di un felice cinema del reale, la resistenza e la Forza… Il film prosegue nei prossimi giorni a ridosso del Natale il suo tour di proiezioni nelle sale, per riprenderlo da gennaio, distribuito da Istituto Luce-Cinecittà.
La botta grossa è prodotto da Acqua su Marte con Rai Cinema, con il sostegno di Lombardia Film Commission.
Un film documentario col sapore inaspettato e urgente delle cose reali che accadono, della vita normale in situazioni straordinarie; cinema del reale che sogna di tornare alla realtà. È quanto accade ne La botta grossa, il nuovo documentario di Sandro Baldoni, autore di un esordio folgorante come ‘Strane Storie’, e che qui trova decine di storie strane. Un film che racconta cosa è accaduto dopo il terremoto del 30 ottobre 2016 che ha nuovamente colpito il Centro Italia, dopo il sisma di Amatrice. Un sisma che non ha fatto vittime, ma sfollato 40.000 abitanti, buttato giù case e paesi, con la forza della scossa più forte in Italia degli ultimi 40 anni: magnitudo 6,5, con epicentro tra le province di Perugia e Macerata, in Umbria e nelle Marche, e un raggio d’azione che ha devastato tutta la zona dei Monti Sibillini. ‘La botta grossa’, come la chiamano in Umbria e Marche. Un racconto ‘da dentro il terremoto’ fatto da chi è rimasto fuori di casa, come il regista. Una storia purtroppo già raccontata dai media, con uno stato di emergenza e urgenza che ha il tragico paradosso di rinnovarsi, di procrastinarsi. Il film ha un tono diverso, devia dall’ultim’ora. Racconta cosa accade a chi perde quasi tutto, da un anno a qui, a noi. Racconta come si sopravvive, e come poi si continua a vivere, nell’attesa di un intervento, da attendere. Non c’è (solo) dramma in questo racconto. C’è il dolore, la perdita, lo sbigottimento. E c’è un lampo, di volontà, di umanità, di auto-organizzazione. Non c’è retorica, al suo posto c’è chi trova ironia, il calore di una battuta. Il lampo per un sorriso. C’è il tentativo di smettere di sopravvivere – chi ha potuto, lo ha già fatto. C’è il tentativo di vivere. Scuotersi, dopo la scossa. E allora Baldoni intraprende un road-movie tra strade dissestate, con incontri in una Pro Loco divenuta una sorta di isola comune; tra villeggiature forzate al mare; scuole improvvisate, palestre divenute studi di psicologo, alternanze tra mondo web e racconti di anziani; o un eremita che solitario fa qualcosa che rappresenta decine di migliaia di persone. Ne La botta grossa si piange, e si ride. E si ricostruisce un’umanità sostenibile. Un film che parla di alcune persone in alcuni luoghi. E a tutti i cittadini di tutta Italia.
È un documentario “fuori moda”: ho voluto far parlare le persone in macchina, oppure filmarle mentre fanno qualcosa ma ogni tanto rivolgono parole e sguardi allo spettatore, facendolo partecipare. Piuttosto che scegliere la strada del “finto vero” in cui la macchina da presa sembra nascosta, ma è lì, tutti lo sanno e tutti cercano di comportarsi come se non ci fosse. Ma qui è stato anzitutto il calore emotivo della situazione a spingermi a mettere da parte le convenzioni formali più accreditate… (Sandro Baldoni)
Il regista, Sandro Baldoni.
Nel 1994 è uscito nelle sale il suo primo lungometraggio, Strane Storie, migliore Opera Prima al Festival di Venezia, Nastro d’Argento della Critica cinematografica, nomination ai David di Donatello, Ciak d’oro, Grand Prix du Jury al festival di Annecy. Nel 1998 è uscito il lungometraggio Consigli per gli acquisti, nomination ai Nastri D’argento per la migliore sceneggiatura, migliore regia, migliore attrice protagonista, Premio internazionale Satira Politica Forte dei Marmi, premio Sacher per il miglior attore a Carlo Croccolo. Del 2007 è Italian Dream, selezionato per il Toronto film Festival e il Bangkok Film Festival. Dal 2010 è socio a Milano delle Balene, agenzia di comunicazione e produzione video, e nel 2016 ha fondato Acqua su Marte, società di produzione web, cinema e spazio di coltivazione per nuove idee.
LA BOTTA GROSSA – Documentario, 82 minuti. Regia di Sandro Baldoni
Con la partecipazione di alcuni degli abitanti dei paesi di Umbria e Marche colpiti dal terremoto
Montaggio Claudio Borroni Immagini Renato Alfarano, Gianluca Catania
Produttore Esecutivo Gianfilippo Pedote
La canzone Combattente è cantata da Fiorella Mannoia
Una produzione Acqua su Marte con Rai Cinema
Con il sostegno della Lombardia Film Commission – Film Fund 2017
Distribuzione Istituto Luce-Cinecittà