La campagna Ero straniero ha inviato oggi una lettera (clicca qui per leggerla) al ministro dell’interno Matteo Piantedosi affinché intervenga quanto prima con alcune misure per portare finalmente a termine la procedura di regolarizzazione a quasi tre anni dalla sua approvazione.
Ancora un quarto delle oltre 200.000 richieste è in attesa di essere finalizzato, come riportato dai dati resi pubblici dalla campagna Ero straniero nell’ultimo dossier di monitoraggio. Decine di migliaia di pratiche inevase presso prefetture e questure che corrispondono a decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici che si trovano ancora in un fragile limbo giuridico, senza potersi stabilizzare e poter uscire dalla precarietà lavorativa e sociale.
Tali pesanti ritardi hanno dato vita a numerosi ricorsi in sede amministrativa e a una serie di sentenze intervenute nel merito anche delle procedure previste per l’emersione e del funzionamento degli uffici a esse preposti. La campagna Ero Straniero chiede al ministro di intervenire con una circolare che faccia proprie le decisioni dei giudici, semplifichi i passaggi più contorti della procedura e, finalmente, ponga rimedio alla gravissima ingiustizia cui sono vittime lavoratori e lavoratrici in emersione.
Molte sentenze (tra cui la n. 1811/2022 del TAR per il Veneto) si sono espresse sulla richiesta di parere dell’ispettorato del lavoro ai fini del buon esito dell’emersione. Nel caso in cui tale parere tardi ad arrivare, come avvenuto sistematicamente nei mesi scorsi rispetto alle domande, la prefettura, secondo i giudici, deve comunque procedere alla sua finalizzazione perché il ritardo o il silenzio da parte dell’ispettorato del lavoro non possono pregiudicare la finalizzazione della pratica. Tale previsione deve essere adottata a livello nazionale da tutti gli uffici dell’amministrazione dell’interno che ancora sono in attesa del parere dell’ispettorato del lavoro, senza bloccare più le pratiche.
Altro punto critico è il rifiuto della domanda a causa del reddito insufficiente del datore di lavoro o, più in generale, per motivi esclusivamente ascrivibili al datore di lavoro: in questi casi è indispensabile che al lavoratore venga comunque rilasciato un permesso di soggiorno per attesa occupazione, come evidenziato nella recente ordinanza n. 56/2023 Tar Umbria che ha ritenuto di trasmettere gli atti alla Corte Costituzionale dubitando “della legittimità costituzionale dell’art. 103 del d.l. n. 34/2020 nella parte in cui il legislatore, a differenza di quanto era accaduto per la c.d. “emersione 2012”, non ha previsto che, laddove il rigetto della dichiarazione di emersione sia dovuto esclusivamente a fatti e condotte ascrivibili al datore di lavoro, al lavoratore vada comunque rilasciato un permesso di soggiorno per attesa occupazione o un altro titolo corrispondente alla situazione lavorativa – anche sopravvenuta – che l’interessato riesca a comprovare.”
La campagna segnala, infine, che, anche quando è stata completata la procedura presso la prefettura ed è stato sottoscritto il contratto di soggiorno, l’effettivo rilascio del permesso di soggiorno tarda ad arrivare, con l’appuntamento per i rilievi foto-dattiloscopici fissato anche dopo 6 mesi dalla richiesta di rilascio, nonostante la normativa disponga chiaramente un termine massimo di 60 giorni. Tale situazione non può che dipendere dalla cronica mancanza di personale in tali uffici: indispensabile, in tal senso, procedere quanto prima all’espletamento della procedura avviata nei giorni scorsi per individuare una o più agenzie per il lavoro allo scopo di stipulare i contratti di somministrazione per i dipartimenti interessati dalla regolarizzazione, facendo in modo che vengano assunti gli oltre mille interinali già impiegati presso tali amministrazioni negli ultimi due anni e che, quindi, non necessitano di ulteriore formazione. Nonostante non sia presente nel bando un riferimento preciso alla clausola sociale, l’auspicio è che venga garantita la continuità lavorativa al personale interinale impiegato a partire dal marzo 2021, senza disperdere le competenze costruite in quasi due anni. Ciò pare doveroso, oltre che urgente, considerando anche che a un anno dall’invasione dell’Ucraina, a inizio marzo dovranno essere rinnovati i permessi per protezione temporanea. Altrimenti, le persone in fuga giunte nel nostro paese nel corso di quest’anno di guerra, rischiano concretamente di rimanere senza titolo di soggiorno.
La campagna chiede al ministro di adottare quanto prima una circolare che semplifichi parte delle procedure tenendo conto di quanto emerso nelle sentenze citate e di procedere speditamente all’assunzione di nuovo personale in modo da consentire agli uffici di portare a termine in tempi più rapidi la definizione delle troppe pratiche ancora pendenti e di quelle che arriveranno a breve.
Ero straniero è promossa da Radicali Italiani, A Buon Diritto, ActionAid Italia, ASGI, Centro Astalli, CNCA, CILD, Fcei – Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Oxfam Italia, Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, ACLI, ARCI,con il sostegno di numerosi sindaci e decine di organizzazioni.