Sono una trentina in tutto gli italiani andati in Svizzera per non fare piu’ ritorno. Connazionali “andati a morire in esilio”, cosi’ li definisce Emilio Coveri, presidente di Exit Italia, Centro di studi e documentazione sull’eutanasia. Nell’ultimo anno sono stati 2-3 al mese, con un trend in aumento, “complice una maggiore informazione sull’argomento”.
“Gli abitanti della Penisola ora sanno -secondo Coveri- che c’e’ un modo per morire dignitosamente quando la malattia ti aggredisce togliendoti ogni dignita’, fino a che ti spegne tra atroci sofferenze”. I connazionali che nell’ultimo anno hanno scelto e percorso la strada della ‘dolce morte’ si sono rivolti a due associazioni, entrambe Svizzere, che praticano l’eutanasia. “Diciotto erano stati informati di questa opzione da noi, gli altri si sono mossi da soli”. Si sono rivolti alla Dignitas di Zurigo o alla ExInternational di Berna, “e qui hanno messo fine alle loro sofferenze”.
Dei malati terminali italiani che hanno deciso di ‘emigrare’ in Svizzera, dove l’eutanasia e’ legale sin dal 1942, “nessuno ha piu’ fatto ritorno”. Un dato che non e’ poi cosi’ scontato. “Delle 400 richieste di suicidio assistito che ogni anno arrivano alla Dignitas e alla ExInternational, in primo luogo dagli stessi elvetici solo 120 vengono accettate, le altre 280 non rientrano nei parametri dalle norme svizzere”. Non e’ andata cosi’, invece, per i nostri connazionali che nell’ultimo anno hanno deciso di optare per la ‘dolce morte’. Spendendo “non piu’ di 3.000 euro, meno di un funerale nel nostro Paese”, fa notare il presidente di Exit Italia all’Adnkronos Salute.
Una possibilita’ che ad alcuni mette i brividi, ma che sembra non scandalizzare troppo gli italiani.
Stando ai dati di un recente Rapporto Eurispes, infatti, sei connazionali su dieci si dicono favorevoli all’eutanasia. La quota dei propensi alla ‘dolce morte’ e’ tuttavia diminuita dell’1,2% rispetto al 2010 e dell’1,8% rispetto al 2007. Mentre rispetto al 2010 e’ aumentata nel 2011 la quota dei contrari, passando dal 21,7% al 24,2%.
“Agli italiani l’eutanasia non fa paura -sostiene Coveri- per questo, sul modello di testamento biologico scaricabile dal nostro sito, abbiamo inserito un passaggio che da’ la possibilita’ di scegliere per il suicidio assistito”.
“E anche se il ddl truffa che il Parlamento si appresta a votare dovesse diventare legge, noi distribuiremo un cartoncino plastificato da infilare nel portafoglio. Attraverso questo ‘documento’ ci appelleremo all’articolo 32 della Costituzione indicando espressamente il periodo dopo il quale ci rifiutiamo, semmai dovesse accaderci qualcosa, di restare in rianimazione attaccati a delle macchine. Non vogliamo fare la fine di Eluana Englaro. Questa legge codarda e ipocrita vuole scegliere per noi obbligandoci all’alimentazione e all’idratazione forzata”.
fonte aduc