L’ARTE COME RIPARAZIONE. Ricerche artistiche per intervenire sul presente

Il Kintsugi è una tecnica di restauro con cui vengono riparate le tazze per la cerimonia del tè in Giappone: mediante polvere d’oro, le crepe degli oggetti rotti vengono impreziosite, non nascoste. È a questa antica arte giapponese che si ispira il titolo del progetto RiparAzioni. Rielaborare ad arte , nato nell’ambito del PON METRO, Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane, coordinato dal Comune di Bologna e finanziato dall’Unione Europea. Realizzato dall’Accademia di Belle Arti di Bologna, ha incluso anche una serie di incontri, da cui ha avuto origine questo libro, curato dai docenti e organizzatori della rassegna Lucrezia Ercoli, Maura Pozzati ed Emilio Varrà. Il ciclo, intitolato RipArazioni: dialoghi d’arte, cultura e società, ha ospitato protagonisti dell’arte e della cultura internazionale a cui è stata posta una domanda: l’arte può essere una forma di riparazione? A rispondere e a proporre gli interventi raccolti in quest’opera sono stati il filosofo Emanuele Coccia, la regista Alice Rohrwacher, l’artista Adelita Husni-Bey , l’illustratrice Nora Krug, il regista Armando Punzo, il collettivo artistico ruangrupa, l’artista Flavio Favelli e lo scrittore Ermanno Cavazzoni, coinvolto nella realizzazione del film La città di cartone, con la regia di Maurizio Finotto.

L’idea di fondo del progetto e che attraversa gli interventi è la seguente: le fratture, individuali e sociali, possono essere superate solo se visibili e condivisibili, trasformandosi addirittura in occasione di rigenerazione sia individuale che collettiva . La contemporaneità, infatti, ci vede sempre più fragili, spezzati, isolati e impotenti, ma non possiamo auto-ripararci. I processi di guarigione e rigenerazione possono essere favoriti dall’arte, in quanto forza capace di colmare vuoti psicologici e affettivi, di far entrare cultura e bellezza nella vita di tutti e di connettere le persone, attraverso un linguaggio universale. In una società che ci vuole interi, perfetti e funzionali, l’arte come riparazione mostra l’imperfezione e l’inciampo. Non esiste però un unico concetto di riparazione, un’unica metodologia valida: qui infatti viene offerto un ampio spettro di esperienze, ognuna da una prospettiva artistica diversa, su una vera e propria emergenza del nostro presente.

Il progetto RiparAzioni. Rielaborare ad arte, di cui il ciclo d’incontri e il presente volume sono parte, si è posto come obiettivo primario quello di promuovere percorsi di welfare generativo , con azioni finalizzate a far acquisire una maggiore consapevolezza rispetto all’emarginazione sociale e alle risposte creative che l’arte può offrire. Su queste basi, negli ultimi due anni sono state proposte anche molte azioni artistiche pratiche, soprattutto nella Piazzetta Roberto Raviola , davanti all’Accademia delle Belle Arti. Da luogo attraversato da situazioni di marginalità e degrado, è diventato uno spazio di socialità e cultura, sede di eventi e azioni artistiche che ora accoglie l’opera d’arte site specific Pulpito e altre figure, di Flavio Favelli, che è stata scelta per la copertina del libro.

L’ARTE COME RIPARAZIONE. Ricerche artistiche per intervenire sul presente

Edizioni Pendragon, Bologna

160 pp, € 18,00, confezione brossura, formato cm 16,5×26,5, illustrato a colori

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