L’Italia dovrebbe creare un organismo di parità indipendente ed efficace e rafforzare la lotta contro il discorso d’odio

In un nuovo rapporto, la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) chiede all’Italia di istituire un organismo di parità pienamente indipendente ed efficace e di rafforzare l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali quale organismo ufficiale di coordinamento a pieno titolo. L’Italia dovrebbe in particolar modo adottare un Piano d’azione nazionale contro il razzismo, organizzare una campagna di sensibilizzazione volta a promuovere l’uguaglianza, la diversità e il dialogo interculturale e interreligioso e prendere ulteriori misure per combattere il discorso d’odio da parte di personalità pubbliche (vedere anche la versione italiana del rapporto).

Dal precedente rapporto dell’ECRI del 2016, sono stati compiuti progressi in diversi ambiti. È stato sviluppato un sistema di raccolta dati sugli episodi di bullismo nelle scuole, anche per motivi di etnia e orientamento sessuale. Inoltre, sono stati messi a disposizione degli insegnanti corsi online sulla lotta al bullismo. Nel campo dell’uguaglianza LGBTI, sono stati fatti progressi con il riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso, con l’adozione della Strategia nazionale LGBT+ e con la disponibilità di informazioni di qualità sull’assistenza sanitaria per i pazienti transgender. Le autorità hanno introdotto anche un sistema di sostegno finanziario per i centri contro la discriminazione basata su orientamento sessuale e identità di genere, comprese le case di accoglienza per le vittime LGBTI di violenza.

Tuttavia, nonostante i progressi compiuti, alcune questioni continuano a destare preoccupazione. Lo status giuridico dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) e il suo ruolo significativo nella definizione e nel coordinamento delle politiche governative sono incompatibili con il requisito di indipendenza normalmente richiesto per un organismo di parità.

Le persone LGBTI continuano ad affrontare pregiudizi e discriminazioni nella vita quotidiana. Inoltre, la procedura per il riconoscimento giuridico del genere continua a essere complicata, lunga ed eccessivamente medicalizzata. Il discorso pubblico è diventato sempre più xenofobo e i discorsi politici hanno assunto toni fortemente divisivi e antagonistici, in particolare nei confronti di rifugiati, richiedenti asilo e migranti, nonché di cittadini italiani con origine migratoria, Rom e LGBTI.

L’ECRI raccomanda pertanto all’Italia di istituire un organismo di parità pienamente indipendente ed efficace, in consultazione con le organizzazioni della società civile, rafforzando al contempo l’UNAR quale organismo ufficiale di coordinamento a pieno titolo, responsabile tra l’altro dell’elaborazione, dell’attuazione e del monitoraggio dell’implementazione delle politiche e di altre misure contro il razzismo e l’intolleranza.

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