Parla straniero il dodici per cento dei bar e ristoranti in Italia, totalizzando 38.360 imprese dove gli immigrati sono titolari (9,8%) o gestori attraverso societa’ di capitali (11%) piuttosto che societa’ di persone (15,2%).
Sono i dati che emergono da un’indagine di Fipe Confcommercio sulle imprese della ristorazione gestite dagli immigrati in Italia. Tra le imprese straniere primeggiano i ristoranti, con una quota del 13,8%. Quelli prettamente etnici sono 2500, con una prevalenza di quelli cinesi (1.883, per una quota del 75%), seguiti dai giapponesi (9,3%), africani (3,2%), brasiliani (2,8%) e messicana (2%). Avanzano anche i bar – format di piu’ recente scoperta da parte degli immigrati, sottolinea Fipe – con un 10,2% di quota.
I locali stranieri si concentrano soprattutto al Nord, con il primato della Lombardia (8.370 imprese), seguita da Lazio (4.167), Veneto (4.076), Emilia Romagna (4.064), Piemonte (3.230) e Toscana (2.641). In queste sei regioni si concentrano i tre quarti delle imprese straniere attive nella ristorazione in Italia.
Per il direttore generale della Fipe-Confcommercio, Edi Sommariva, ‘i segnali che giungono dalla demografia imprenditoriale e dal mercato spingono a prevedere un irrobustimento della presenza degli stranieri nel settore’.
‘Un fenomeno – conclude Sommariva – che puo’ essere interpretato, tra l’altro, anche come la spia della perdita di appeal del mondo della ristorazione per gli imprenditori di casa nostra, dovuta sia alle crescenti difficolta’ di mercato che agli ingenti carichi di impegno e di lavoro che richiedono queste attivita”.
fonte aduc