Egregio Direttore,
indubbiamente l’aver dovuto ricorrere ad un “tecnico” chiamato dall’esterno per costituire un GOVERNO DI RICOSTRUZIONE NAZIONALE costituisce una DURA SCONFITTA PER LA POLITICA GOVERNATIVA, un’onta per quella maggioranza che, incurante delle voci dell’opposizione e delle ripetute sollecitazioni provenienti dall’Europa e dal mondo non ha fatto nulla per correggere, o almeno tentar di correggere la rotta della nave che stava andando alla deriva. Perciò se le cose sono andate così i due grandi “strateghi” Berlusconi e Bossi non hanno alibi, non possono scaricare che su se stessi le colpe perchè di altri non sono. Non sono dell’opposizione, che ha fatto egregiamente il proprio dovere con le continue pressioni sul governo perchè guardasse in faccia la realtà, si scuotesse dall’immobilismo e si decidesse a fare le necessarie riforme. Non sono certo della U.E. e dei suoi organismi tecnici, che si sono limitati a prendere atto della situazione italiana, come già di quella greca, e trarne le debite conseguenze sul piano economico e politico. E non sono neanche delle borse e dei mercati, che per loro stessa natura non hanno etica ma pensano solo a far soldi, ad incrementare i profitti di chi possiede capitali da investire, e finchè ci sarà questo sistema capitalistico disumano e senza regole (perchè gli Stati nazionali non hanno avuto la capacità o la volontà di imporle) continueranno a fare il bello e cattivo tempo infischiandosi del bene degli Stati e dei “popoli sovrani”.
Per quanto sopra la situazione socio-economica pre-catastrofica in cui oggi l’Italia si è venuta a trovare è da imputarsi unicamente alla MALAPOLITICA del GOVERNO BERLUSCONI, politica FALLIMENTARE sotto ogni punto di vista (economico, sociale e morale) sia per ciò che ha fatto ma anche e soprattutto per ciò che non ha voluto fare (pensando esclusivamente ad avvantaggiare se stesso ed incrementare i profitti propri e di alcune ben definite “oligarchie” sociali).
Alle OPPOSIZIONI (minoranze parlamentari) non restava altro che subire l’azione (o l’inazione) di un governo pseudodittatoriale che tirava avanti senza ascoltare nessuno – questa almeno è l’impressione che ne ha tratto la maggioranza degli Italiani, anche di buona parte di quanti inizialmente gli erano favorevoli, come risulta ampiamente dai sondaggi – e di continuare a manifestare in Parlamento e fuori il proprio dissenso. E bene si sono comportate in questo frangente doloroso per tutta la Nazione: piuttosto che rischiare il default, pur sapendo che con “elezioni subito!” avrebbero ottenuto una maggioranza schiacciante, con grande responsabilità e senso dello Stato hanno accettato la soluzione del GOVERNO TECNICO di RESPONSABILITA’ NAZIONALE guidato dal prof. Monti, soluzione che l’urgenza della situazione imponeva anche se meno vantaggioso per loro ma più vantaggioso per il Paese. Per loro, che hanno ingoiato il boccone amaro per il bene dell’Italia, si dovrebbe invece parlare di una VITTORIA della POLITICA!
Giovanni Dotti