Ristretti Orizzonti, giornale del carcere di Padova, fa una precisa distinzione tra suicidi veri e presunti, nel suo dossier ‘Morire di carcere’, aggiornato di mese in mese sulle morti dietro le sbarre. ‘I suicidi certi sono quelli per impiccagione, e ce ne sono stati 23 -rivela uno dei responsabili del dossier all’agenzia Adnkronos- mentre quelli per asfissia da gas, sei in tutto, non sono suicidi al cento per cento’.
‘In quattro casi potrebbe essersi trattato di detenuti che hanno inalato le bombolette dei fornelletti da campeggio che si usano in cella per cucinare, per puro sballo’. Ristretti Orizzonti lancia un allarme: ‘Sono molti, troppi, i detenuti tossicodipendenti o quelli che usano le bombolette per ‘sballarsi’, per avere l’effetto che hanno alcuni stupefacenti. E molto spesso si muore non con l’intenzione di togliersi la vita, ma semplicemente per evadere’.
C’e’ pero’ un modo per capire se chi e’ morto per asfissia voleva realmente morire: ‘Quando il detenuto, oltre a inalare la bomboletta, si infila un sacchetto nero in testa allora e’ quasi certamente suicidio, perche’ oltre all’asfissia provocata dal gas, togliendosi l’ossigeno, c’e’ la certezza di morire. E dei 6 casi riscontrati, solo in due e’ stato trovato il sacchetto nero infilato nella testa del recluso. Negli altri 4 no, dunque, c’e’ un’alta percentuale di possibilita’ che il detenuto cercasse lo sballo, ma non la morte, nella maggior parte dei casi causata da un blocco cardio-circolatorio’.
La droga circola illegalmente, ma le bombolette dei fornelletti da campeggio sono legali, anche se quel gas, inalato, puo’ creare la morte per asfissia. Ogni detenuto puo’ acquistare il fornelletto a 12 euro, e ce ne sono vari modelli in plastica e metallo; ognuno ne ha uno a disposizione.
La bomboletta di gas butano, fanno notare a Ristretti Orizzonti, ‘costa un euro, e’ piccola come una tazza da cappuccino, e dura il tempo di bollire la pasta e cuocere un uovo. Ecco perche’ se ne puo’ acquistare una al giorno. Sono ormai 20 anni che questi fornelletti sono entrati nelle carceri italiane prima c’erano delle tavolette solide usate per riscaldare il caffe’, poi con l’umanizzazione del carcere sono stati introdotti i fornelli da campeggio’.
Il cambiamento epocale, si spiega, ‘c’e’ stato negli anni ’90, quando hanno cominciato a entrare in cella tossicodipendenti e immigrati. Prima del dpr 309/90 (legge stupefacenti) non si pensava allo sballo in cella, ma oggi i ‘tossici’ in carcere sono decine di migliaia’.
‘Si e’ pensato spesso di sostituire i fornelli con le piastre elettriche, ma queste ultime hanno un costo notevolissimo, sono difficili da controllare e servirebbe un contatore per ogni cella. La bolletta la dovrebbero pagare i detenuti, e come dividerla in base ai consumi se ora in cella si sta anche in dieci?’.
Insomma, la soluzione per evitare qualche morte sarebbe a portata di mano, abolendo queste economiche bombolette, ma la soluzione e’ economicamente impraticabile. Intanto, dall’inizio dell’anno, quattro detenuti potrebbero essere morti ‘sballandosi’ con quelle bombolette.
Da gennaio i morti in cella sono stati 83: di questi, 23 per suicidio accertato, 6 per suicidio-sballo, e altri per cause ancora da accertare. ‘Dall’inizio del piano carceri (23 gennaio 2009) i suicidi accertati sono stati 101’.
fonte aduc