Leggo su RMF-online, l’interessante articolo a firma del giornalista economico GIANFRANCO FABI dal titolo: “2013, comincia l’ANNO DELLA SVOLTA”. Afferma che “le previsioni economiche sono ancor più complicate di quelle meteorologiche”… perché “l’economia ha un elemento in più: il fattore umano”. Perfettamente d’accordo. Ma seguendo il suo ragionamento mi sembra che egli sia eccessivamente ottimista riguardo all’immediato futuro di paesi come Grecia, Spagna e Italia, pur augurandomi che abbia ragione. Ammette infatti che i meccanismi di risanamento dei conti pubblici messi in atto dai governi e la buona gestione della B.C.E. hanno per ora concorso a mantenere la stabilità dell’Euro, ma poi aggiunge che “l’Europa, e con essa l’Italia, non ha saputo dare una risposta al problema di fondo di questi anni: come riavviare la produzione di ricchezza e soprattutto i posti di lavoro”. In altre parole ammette il risanamento finanziario, ma a quale prezzo sociale? Non è questa una contraddizione palese? Cioè far tirare a quasi tutti la cinghia per salvare (o meglio ingrassare) la grande finanza e i grandi capitali? E mi chiedo: è eticamente corretto continuare su questo modello, che è poi quello tracciato dalla “Agenda Monti”? Perché allora non ribaltare il discorso, privilegiando il benessere sociale piuttosto che quello della moneta (Euro) e della finanza?
Una risposta seria mi pare provenga dal programma ME-MMT lanciato da alcuni macroeconomisti della scuola internazionale MOSLER ECONOMICS – MODERN MONEY THEORY, chiamati in Italia dal giornalista Paolo Barnard in due convegni dal titolo “NON ERAVAMO I PIIGS, TORNEREMO ITALIA”. La loro proposta è contenuta in un PROGRAMMA DI SALVEZZA ECONOMICA NAZIONALE di semplice lettura, basato essenzialmente sull’uscita graduale dall’Euro e sul ritorno alla “sovranità nazionale”, individuando nella sua perdita e non nell’eccessivo debito pubblico la causa prima dei problemi che affliggono così pesantemente l’economia ed il mondo del lavoro in Italia. Proprio il contrario quindi dell’Agenda Monti, che sostiene l’Euro e l’assoluta necessità di restare nell’Eurozona.
Chi come me si intende poco di economia resta a dir poco sconcertato. Tanto più che anche un Premio Nobel dell’Economia, il noto prof. Paul Krugman, aveva a suo tempo fatto questa previsione, puntualmente avveratasi: “Adottando l’Euro l’Italia si è ridotta allo stato di una nazione del Terzo Mondo, che deve prendere in prestito una moneta straniera con tutti i danni che ciò implica”. E, soprattutto col senno di poi, non mi pare una affermazione sbagliata.
A questo punto il comune Cittadino non sa più a chi dar credito, per cui chiederei delucidazioni al dott. Fabi estensore dell’articolo sopra citato per sapere cosa ne pensa di questa rivoluzionaria proposta, di cui non fa cenno nell’articolo (considerazioni peraltro già in parte avanzate da quanti in passato furono contrari all’entrata nell’Euro e successivamente caldeggiarono il ritorno alla Lira).
Giovanni Dotti