Il Giappone si prepara all’ennesima campagna elettorale, quella di rinnovo parziale del Senato dell’11 luglio, senza la possibilita’ di usare Internet per la propaganda di partito, bandita da una vetusta legge malgrado il recente impegno di bipartisan per una profonda modifica.
Un’intesa raggiunta il mese scorso aveva aperto le porte alla modifica delle restrizioni, che sarebbe dovuta avvenire entro la sessione parlamentare conclusasi il 16 giugno. A mandare tutto per aria e’ stato la scossa politica che ha colpito la compagine di governo a guida Democratica, con le dimissione di fine maggio dell’ex premier, Yukio Hatoyama. L’evento ha scombussolato il calendario parlamentare e impedito l’approvazione della bozza di legge per rimuovere il bando a Internet.
Secondo l’intesa preliminare, ai candidati politici e ai partiti non sarebbe piu’ stato vietato aggiornare i propri siti e blog nel periodo che precede il voto, anche se sarebbe rimasto il divieto per Twitter e posta elettronica, giudicati da alcuni parlamentari ‘potenzialmente pericolosi’ per i rischi legati alla diffamazione.
La ‘legalizzazione’ del web a mezzo di propaganda elettorale e’ vista da molti come un’ultima spiaggia per riportare al voto l’elettorato giovane, sempre piu’ distante dalla politica: nelle elezioni generali di scorso 2009, il 46,7% degli aventi diritto tra i 20-24 anni si e’ recato alle urne, contro l’85% nella fascia di eta’ 65-69.
fonte aduc