Se la qualita’ della vita e’ in generale miglioramento nei paesi ricchi e in quelli emergenti, come sara’ la qualita’ della morte? Se lo sono chiesto all’Economist, la cui “Intelligence Unit” ha indagato sui sistemi sanitari nel mondo. Il risultato e’ che il “posto migliore per morire” e’ la Gran Bretagna che batte sul filo di lana l’Australia. Le prime dieci posizioni sono completate da Nuova Zelanda al terzo posto seguita da Irlanda, Belgio, Austria, Olanda, Germania e al nono posto ex-aequo per Canada e Usa.
L’Italia? E’ al ventiquattresimo posto della classifica, superata, fra i paesi emergenti, da Taiwan, Singapore e Hong Kong, ma con alle spalle Spagna, Finlandia, a un sorprendere 28 posto, la Russia, che si piazza 35esima per finire con l’India, al 40esimo posto, il posto peggiore per morire.
La ricerca ha preso in considerazione fattori come la consapevolezza pubblica, disponibilita’ di terapie del dolore, e trasparenza nel rapporto medico-paziente. Insomma, anche fra i Paesi ricchi, sono “poche le nazioni che inseriscono nei programmi sanitari anche l’accompagnamento alla morte”. Ma “in molti di questi paesi, proprio per l’allungamento della vita, la domanda di questi servizi e’ destinata a crescere rapidamente”.
fonte aduc