Voglio iniziare il mio editoriale con una citazione di Sandro Pertini, a mio avviso uno dei più grandi Presidenti della Repubblica che il nostro paese ha avuto:
« Nessuno può negare che la P2 sia un’associazione a delinquere. »
C’è un motivo sensato per il quale ho scelto questa citazione di Pertini, il motivo è che Berlusconi in un articolo del 7 marzo 2000 apparso su Repubblica, affermava quanto segue:
“Io non ho mai fatto parte della P2. E comunque, stando alle sentenze dei tribunali della Repubblica, essere piduista non è un titolo di demerito”.
Punto primo esiste una ricevuta dell’iscrizione di Berlusconi alla P2. Punto secondo esiste una lista di 959 nomi di appartenenti alla P2 nella quale figura anche il nome di Berlusconi. Punto terzo sinceramente l’affermazione di Berlusconi “essere piduista non è un titolo di demerito” è a dir poco ridicola, poiché la complessità e la vastità delle implicazioni tra lo Stato e la P2 furono tali da rendere necessarie leggi speciali, proprio tese ad arginare e sentenziare illegali le associazioni segrete, tra le quali ovviamente la P2.
Una di queste leggi, è la n.17 del 25 gennaio 1982.
Punto quarto forse Berlusconi dimentica la Relazione di Maggioranza della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla loggia massonica P2 e la Relazione di Minoranza della Commissione Parlamentare d’inchiesta sempre sulla stessa loggia.
Sempre nello stesso articolo Berlusconi afferma: “Il leader della P2 era un signore che frequentava pubblicamente personaggi potenti, aveva amici come Rizzoli, il più grande editore italiano. Di me diceva che con dieci persone simili l’Italia sarebbe stata fortunata. Per me, un ragazzo di 40 anni, erano giudizi che mi facevano felice”.
Quindi basandosi sulle affermazioni di Berlusconi, egli ero reso felice a quel tempo dalle parole di un condannato per bancarotta e noto eversivo!
Mi permetto di ricordare a Berlusconi e a tutti quelli che magari sono disinformati o fanno finta di non conoscere la storia, che Licio Gelli fu condannato:
- nel 1994 a 12 anni di carcere, dopo essere stato riconosciuto colpevole della frode riguardante la bancarotta del Banco Ambrosiano del 1982 (per un buco di 1,3 miliardi di dollari!). Il Banco Ambrosiamo vorrei inoltre ricordare, che era collegato alla banca del Vaticano, l’Istituto per le Opere di Religione, comunemente chiamato IOR. (Dello IOR parlerò in un prossimo articolo)
- procacciamento di notizie contenenti segreti di Stato
- calunnia nei confronti dei magistrati milanesi Colombo, Turone e Viola
- calunnia aggravata dalla finalità di terrorismo per aver tentato di depistare le indagini sulla strage alla stazione di Bologna del 1980, vicenda per la quale è stato condannato a 10 anni
Un’altra affermazione quasi da cabaret di avanguardia è: “La P2 non veniva percepita come una società segreta”.
Domanda: non era percepita come associazione segreta da chi? Da chi non la conosceva, da chi vi apparteneva, da chi ha dovuto indagare proprio su tale associazione segreta o dalle commissioni parlamentari d’inchiesta che hanno definito la P2 proprio come una loggia coperta e cioè segreta?
Ma andiamo ancora oltre, perché ho letto verso la fine dell’articolo, quella che a mio avviso è l’affermazione storicamente più falsa ed inesatta: “Nessun tribunale ha emesso condanne, non c’ è stato alcun reato”.
Nel 1990 la corte d’appello di Verona denuncia Silvio Berlusconi con la seguente motivazione: “…Ritiene il collegio che le dichiarazioni dell’imputato non corrispondano a verità. In sostanza infatti secondo il Berlusconi la sua definita adesione alla P2 avvenne poco prima del 1981 e non si tratto’ di vera e propria iscrizione, perché non accompagnata da pagamenti di quote appunto di iscrizione, peraltro mai richiestegli. Tali asserzioni sono smentite:
a) Dalle risultanze della commissione Anselmi.
b) Dalle stesse dichiarazioni rese dal prevenuto avanti al G.I. di Milano, e mai contestate, secondo cui la sua iscrizione alla P2 avvenne nei primi mesi del 1978.
c) Dagli atti della commissione parlamentare ed in particolare dagli elenchi degli affiliati, sequestrati in Castiglion Fobocchi figura il nominativo del Berlusconi (numero di riferimento 625) e l’annotazione del versamento di lire 100.000 come eseguito in contanti in data 5 maggio 1978, versamento la cui esistenza risulterebbe comprovata anche da un dattiloscritto proveniente dalla macchina da scrivere di proprietà di Gelli…”.
Sempre nel 1990 Berlusconi fu prosciolto dalla Corte d’appello di Verona dall’aver giurato il falso davanti ai giudici a proposito della sua affiliazione alla loggia massonica P2, perché tale reato era stato estinto da un’amnistia del 1989.
Nella sentenza i giudici non fecero altro che dire come, senza amnistia, sarebbe stato inevitabile un giudizio di merito.
Alla luce di ciò è palese sia che le affermazioni di una non appartenenza di Berlusconi alla P2 sarebbero state condannate, poiché non corrispondenti al vero, sia che solo grazie all’amnistia del 1989 c’era stato un proscioglimento.
Ora facciamo un passo indietro, per andare proprio alla P2, al fine di poter capire come nello Stato si infiltrarono personaggi “oscuri” e diedero in pratica vita allo Stato occulto.
La loggia massonica Propaganda Due, nota come P2, è stata una loggia segreta, che aveva come fine la costituzione e relativo mantenimento di un assetto socio-politico-istituzionale capace di favorire i grandi poteri economici.
Partiamo dal principio.
La P2 fu creata nel 1877 da Giuseppe Mazzoni, che subito ebbe il titolo di Gran Maestro. Però fu Adriano Lemmi, Gran Mestro dal 1885 al 1895 a dare alla loggia il vero prestigio, poiché riuscì a far confluire al suo interno deputati, senatori e banchieri dell’allora Regno d’Italia. Entro pochi anni subito venne fuori “l’anima” della loggia… infatti nel 1893 scoppiò lo scandalo della Banca Romana nel quale vennero portate alla luce gravissime irregolarità amministrative commesse da un folto numero di banchieri dell’epoca, che casualmente appartenevano proprio alla loggia. A seguito dello scandalo la loggia, venne marginalizzata.
Dopo la I Guerra Mondiale, almeno all’inizio, la massoneria italiana sostenne il Fascismo… come tutti sappiamo però nel febbraio del 1923 il Gran Consiglio del Fascismo dichiarò l’incompatibilità tra fascismo e massoneria, costringendo l’allora Gran Maestro della loggia, Domizio Torrigiani a firmare il decreto di scioglimento.
E fin qui sembra che la massoneria in Italia sia destinata ad estinguersi. Però dopo la fine della II Guerra Mondiale, la loggia venne riorganizzata sotto l’influenza della massoneria americana.
Da questo punto in poi, cioè da quando la massoneria italiana e quella americana vennero in contatto, si possono iniziare a comprendere realmente le influenze sulla società odierna.
La relazione della Commissione parlamentare sulla P2, firmata da Tina Anselmi, riuscì ad evidenziare la persona che fece da tramite tra la massoneria italiana e quella americana: il reverendo metodista Frank Gigliotti, conosciuto per essere ex capo consigliere della sezione italiana dell’OSS (Office of strategic service) dal 1941 al 1945, in seguito passato alla CIA e responsabile, tra le altre cose, della riorganizzazione della mafia in Italia (a Frank Gigliotti verrà dedicato un intero articolo di approfondimento).
Facciamo un piccolo passo indietro, all’Ottobre del 1947, quando l’ordine massonico GOI (Grande Oriente d’Italia), ottenne attraverso Frank Gigliotti, il primo riconoscimento ufficiale della circoscrizione massonica del Nord degli USA (dell’ordine massonico GOI parlerò in un prossimo articolo).
Tredici anni dopo e cioè nell’aprile del 1960 arrivano in Italia i dirigenti della massoneria americana Luther A. Smith e George E. Bushnell, con l’intenzione di riunificare le varie logge massoniche italiane per conto della CIA.
Gran parte delle logge massoniche italiane quindi finirono sotto l’influenza diretta di quelle statunitensi. Sempre nel 1960 per celebrare questa “unificazione” venne organizzata una cerimonia nella città Roma, dove l’allora ministro delle Finanze Trabucchi riconsegnò Palazzo Giustiniani al GOI, alla presenza dell’ambasciatore americano J. Zellerbache e di Frank Gigliotti.
Lo stesso anno, sempre attraverso l’instancabile opera di Gigliotti, il GOI si unifica con il Supremo Consiglio della Serenissima Gran Loggia degli Alam, che aveva come massimo referente il principe siciliano Giovanni Francesco Alliata di Montereale, che ricordiamo Pisciotta tirò in causa a proposito di Portella delle Ginestre (un articolo verrà dedicato a Portella delle Ginestre) e il cui nome riaffiorerà nei tentativi di colpo si stato di Borghese (anche in questo caso gli eventi citati verranno analizzati in un prossimo articolo).
Nel luglio del 1961 Giordano Gamberini, agente della CIA e vescovo valdese viene eletto gran maestro del Grande Oriente d’Italia. Nell’autunno del 1962, Licio Gelli, entra nella loggia massonica, aderente al GOI, “Gian Domenico Romagnosi” di Roma.
Nel 1969 fu chiesto a Licio Gelli di lavorare per unificare le varie comunità massoniche ancora al di fuori della prima grande unificazione. Nel 1970 Lino Salvini, succeduto a Giordano Gamberini come Gran Maestro del GOI, delegò a Gelli la gestione della Loggia P2, conferendogli inoltrela facoltà di iniziare nuovi iscritti, cosa abbastanza fuori dal comune poiché tale funzione era stata fino ad allora, tradizionalmente prerogativa solo del Gran Maestro e dei Maestri Venerabili o di chi aveva in passato ricoperto queste cariche.
Per ragioni che non sono state ancora chiarite, la carriera di Licio Gelli all’interno della loggia P2 fu fulminea.
Nel 1970 Licio Gelli e la P2 presero anche parte al Golpe Borghese, come descritto nel dossier del SID, consegnato da Andreotti nel 1974 incompleto alla magistratura romana e poi reso finalmente pubblico nel 1991 nella versione integrale.
Le parti epurate da Andreotti includevano il nome di Giovanni Torrisi, che fu Capo di Stato Maggiore della Difesa tra il 1980 e il 1981, e i nomi e la compartecipazione della P2 e di Licio Gelli, che si sarebbe dovuto occupare del sequestro dell’allora presidente della Repubblica Giuseppe Saragat.
Nel giugno del 1971 Gelli, inizialmente con la carica di “segretario organizzativo” della P2, diventò anche “primo sorvegliante” della loggia segreta P1 che doveva essere più elitaria e selettiva della loggia P2 e limitata esclusivamente a personaggi che avevano ruoli di primo piano nella gestione dello Stato Italiano.
Nel 1973, le due famiglie massoniche del GOI e quella nata da una scissione negli anni sessanta avvenuta nella Serenissima Gran Loggia d’Italia, guidata da Francesco Bellantonio, ex funzionario dell’ENI e parente di Michele Sindona (del quale parlerò in un prossimo articolo), si unificarono. L’unificazione ebbe come conseguenza che molti iscritti passarono nelle file della P2.
Nel dicembre 1974, al culmine della strategia della tensione, diversi magistrati iniziarono ad occuparsi della P2.
I Maestri Venerabili riuniti nella Gran Loggia di Napoli decretarono lo scioglimento della Loggia P2. Ufficialmente si può affermare che nel 1976, per il GOI la Loggia P2 era ormai sciolta, in pratica però questa continuava ad esistere con a capo sempre Gelli.
Tra il 1976 e il 1981 la P2, nonostante fosse ufficialmente sospesa dal GOI, ebbe “stranamente” la massima espansione ed influenza.
Nel 1981 anno nel quale la P2 aveva infiltrato nei vertici dello Stato uomini appartenenti ad essa, un uomo di fiducia di Michele Sindona, fornì ai giudici di Milano elementi sufficienti per “interessarsi” al capo della P2.
Cosa stava accadendo ? La mia è solo un’ipotesi…
Probabilmente qualcuno nell’ambito dello Stato occulto, si era stancato del potere di Gelli e voleva farlo fuori…
I giudici istruttori Gherardo Colombo e Giuliano Turone, nell’ambito di una inchiesta sul presunto rapimento di Michele Sindona, il 17 marzo 1981 fecero perquisire la villa di Gelli ad Arezzo, “Villa Wanda” e la fabbrica di sua proprietà “Giole” a Castiglion Fibocchi. La perquisizione eseguita dalla sezione del colonnello Bianchi della Guardia di Finanza, rinvenne fra gli archivi della “Giole” una lista di 959 nomi appartenente alla P2, fra i quali il comandante generale dello stesso corpo, Orazio Giannini (tessera n. 832) e il nominativo dello stesso Sindona, confermando così le intuizioni dei giudici istruttori.
Il colonnello Bianchi, persona seria resistette a vari tentativi di intimidazione e pubblicò la lista.
Gelli, per il quale la magistratura spiccò un ordine di cattura il 22 maggio 1981 per violazione dell’art. 257 del codice penale (spionaggio politico o militare), fuggì temporaneamente in Uruguay.
La commissione parlamentare Anselmi, creata il 9 dicembre 1981, ritenne che la P2 era strutturata come due piramidi sovrapposte.
Una piramide bassa (i 959 nominativi della prima lista) e Gelli come punto di congiunzione e una piramide superiore composta da nomi che però non figuravano sulla lista ritrovata dagli uomini del colonnello Bianchi, ma su un’altra lista. La seconda lista che molto probabilmente era l’elenco degli appartenenti alla P1, ovviamente non è stata mai ritrovata.
Qualche mese dopo, alla figlia di Gelli, fu sequestrato il “Piano di rinascita democratica”, un elaborato a metà fra un manifesto ed uno studio di fattibilità nel quale venivano indicati come fini primari il riordino dello stato in senso istituzionalistico, e quindi una svolta di tipo autoritaria.
In breve alcuni dettagli del programma:
abolizione della validità legale dei titoli di studio, portare il Consiglio Superiore della Magistratura sotto il controllo dell’esecutivo, separazione tra le carriere dei magistrati, rottura dell’unità sindacale e abolizione del monopolio della Rai, reclutamento all’interno dei partiti delle figure di maggior spicco, reclutamento di alcuni giornalisti all’interno delle maggiori testate giornalistiche.
Penso che bisogna essere veramente ciechi per non vedere cosa si prefiggeva il piano di rinascita democratica e cosa in questi anni Berlusconi per primo ed altri politici insieme a lui, hanno fatto o cercato di fare.
Nel 1991 inizia mani pulite… quasi tutta la vecchia classe dirigente politica cade e alla grandi “famiglie” vengono a mancare i referenti… Berlusconi appena 3 anni dopo nel 1994 inizia la sua carriera politica…
Licio Gelli il 28 settembre 2003, durante il Governo Berlusconi II, rilascia alla Repubblica un’intervista nella quale afferma: «Ho una vecchiaia serena. Tutte le mattine parlo con le voci della mia coscienza, ed è un dialogo che mi quieta. Guardo il Paese, leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo. Forse sì, dovrei avere i diritti d’autore. La giustizia, la tv, l’ordine pubblico. Ho scritto tutto trent’anni fa in 53 punti».
Credo sia necessario aprire gli occhi, informarsi ed ognuno autonomamente decidere da che parte stare…
Personalmente e senza censure vi dico che io NON sto dalla parte di Berlusconi, ma sto dalla parte delle Istituzioni… quelle vere…!