Questa è una di quelle storie che non trova un posto in prima pagina sui giornali… una storia scomoda…
E’ la storia di un uomo che ha tentato di difendere il proprio popolo e di combattere gli interessi di una grande multinazionale e fu ucciso…
L’uomo che tentò di combattere la multinazionale si chiamava Ken Saro-Wiwa, ed è stato uno dei poeti ed intellettuali più significativi dell’Africa postcoloniale. La multinazionale si chiama Shell.
Ken Saro-Wiwa fin dagli anni ottanta si è fatto portavoce delle rivendicazioni delle popolazioni del Delta del Niger. Saro-Wiwa accusava la multinazionale Shell delle continue perdite di petrolio che danneggiavano l’ecosistema di quelle zone.
Nel 1990 diventa promotore del Movement for the Survival of the Ogoni People; e viene rilasciato dal carcere dopo essere stato imprigionato, senza alcun processo, per alcuni mesi.
Nel 1994 viene arrestato nuovamente, con l’accusa di aver incitato l’omicidio di alcuni presunti oppositori del MOSOP. Ovviamente il processo fu una farsa e all’epoca suscitò le proteste delle organizzazioni per i diritti umani e quelle dell’opinione pubblica internazionale. Nonostante le proteste lo stato della Nigeria condannò all’impiccagione Ken Saro-Wiwa insieme ad altri 8 attivisti del MOSOP.
Saro-Wiwa era un pacifista, un ecologista ed un uomo molto coraggioso che con la nonviolenza si è battuto senza tregua contro le devastazioni ambientali nel sud della Nigeria. Un uomo ucciso da un regime corrotto e da una multinazionale, che ha stuprato una terra ed il suo popolo, per derubarlo del petrolio.
Poco prima di essere impiccato era riuscito ad interrompere le attività della Shell nel suo paese, dando alla multinazione del filo da torcere. Poi un regime militare corrotto, come quello nigeriano e gli interessi della Shell, hanno deciso che una persona come Saro-Wiwa era troppo scomoda per rimanere in vita…
L’avvocato Jenny Green del Center for Constitutional Rights di New York, nel 1996 avviò una causa contro la Shell per dimostrare il coinvolgimento della multinazionale petrolifera nell’esecuzione di Saro-Wiwa. Il processo è iniziato a maggio di questo anno.
La Shell è stata accusata di concorso in crimini contro l’umanità, in uccisioni extragiudiziali, tortura e detenzioni arbitrarie.
Sono trascorsi 14 anni dalla morte di Ken Saro-Wiwa… ma la sua voce deve aver risuonato forte nei timpani della Shell…
Nonostante l’immensa difficoltà di fronteggiare un colosso del petrolio, nonostante tutti gli occultamenti delle prove ad opera del regime nigeriano di quel periodo, nonostante la difficoltà di provare accuse così gravi, i familiari delle vittime sono riusciti ad arrivare in tribunale.
La Shell ha chiesto subito di poter patteggiare, accettando di pagare un risarcimento di 15 milioni e mezzo di dollari.
Malcolm Brinded, direttore esecutivo della Shell, ha dichiarato: “l’offerta riconosce che, anche se la Shell non ne è responsabile, tali violenze ci sono state e le vittime e le loro famiglie ne sono state colpite”. Secondo il comunicato ufficiale, la Shell ha deciso di accettare di pagare il risarcimento per aiutare il “processo di riconciliazione”.
In pratica da un lato la multinazionale ribadisce la sua totale estraneità ai fatti, però pur essendo estranea ai fatti accetta di risarcire le vittime… Strano comportamento… di solito chi è innocente va fino in fondo e non accetta patti con nessuno…
(articolo originariamente pubblicato il 03/07/09)