Essendo ormai sopraggiunto il cessate il fuoco con Giordania ed Egitto, la guerra avrebbe potuto considerarsi terminata. Alle 3 del mattino la Siria aderì anch’essa al cessate il fuoco, ma il Ministro della Difesa Moshe Dayan decise che era l’ora di approfittare della situazione politico-strategica, e diede di sua iniziativa il via all’offensiva sul Golan.
Prima le alture furono pesantemente bombardate dall’aviazione e dall’artiglieria, quindi toccò alle brigate corazzate arrampicarsi lungo le ripide strade di montagna sottoposte al fuoco nemico. Nonostante le difficoltà e le ingenti perdite le forze di Tsahal ebbero la meglio. L’aviazione siriana, che nel frattempo aveva perso due terzi dei suoi velivoli, non era in grado di fornire alcun supporto, mentre le brigate a difesa delle fortificazioni erano state scompigliate dai bombardamenti ed a corto di ufficiali. Tra la sera del 9 e la mattina del 10 il Golan rimase in mano israeliana e l’esercito siriano si ritirò verso Damasco perdendo carri e cannoni in quantità. Israele dichiarò chiuse le ostilità avendo ottenuto una vittoria netta su tutti i fronti.
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