Le autorità dell’Arabia Saudita hanno eseguito la pena di morte nei confronti di quattro detenuti condannati per aver cercato di trafficare nel Paese pillole illegali e hashish. Il ministero dell’Interno saudita ha fatto sapere che tre degli uomini erano siriani, mentre un altro era cittadino iraniano. Il numero delle persone giustiziate nel regno dall’inizio dell’anno è salito così a 45. Soltanto nelle ultime due settimane, la pena di morte è stata eseguita nei confronti di 13 persone. L’Arabia Saudita applica una versione rigida della legge islamica e la pena di morte è prevista per diversi reati, tra cui il traffico di droga.
Il governo saudita non ha diffuso dettagli sulle esecuzioni, ma normalmente le pene capitali nel Paese vengono eseguite tramite decapitazione con spada o tramite plotone di esecuzione. In alcuni casi le condanne sono eseguite in pubblico. L’Arabia Saudita è uno dei Paesi con il maggiore tasso di pene capitali eseguite al mondo. Il gruppo per i diritti umani Human rights watch (Hrw), ha affermato il mese scorso che le esecuzioni in Arabia Saudita sono “un’altra macchia oscura sulla reputazione del Paese riguardo i diritti umani”. “Qualunque esecuzione è agghiacciante, ma quelle per reati come il traffico di droga o la stregoneria, crimini che non producono perdite di vite umane, sono particolarmente vergognose”, ha detto Sarah Leah Whitson, direttrice di Hrw per il Medioriente e il Nord Africa.
fonte aduc