Per la prima volta nella storia, un popolo indigeno sta dibattendo il proprio caso davanti alla Corte africana per i diritti umani e dei popoli.
Il governo keniota ha sfrattato più volte con la forza gli Ogiek, uno degli ultimi popoli di cacciatori-raccoglitori rimasti in Africa, dalla loro terra ancestrale, la Foresta di Mau.
Nel 2012, la Commissione africana per i diritti umani e dei popoli, principale organismo di controllo dei diritti umani dell’Africa, aveva stabilito che si trattava di una grave violazione dei diritti umani.
Il caso – avviato dall’Ogiek People’s Development Programme (OPDP), dal Minority Rights Group e dal Center for Minority Rights Development – è stato poi rimandato alla Corte africana.
Ventisei anziani Ogiek si sono recati ad Addis Abeba per testimoniare contro il governo keniota nel corso di un’udienza storica.
La Corte sta considerando le prove che dimostrerebbero che gli sfratti forzati hanno avuto un impatto grave e vasto sugli Ogiek, danneggiandone la salute, i mezzi di sostentamento e la vita religiosa.
Alla Corte è stato chiesto anche di considerare il ruolo determinante che i popoli indigeni giocano nella conservazione della loro terra e delle loro risorse. Anche per questo il momento è storico; in tutto il mondo, infatti, i popoli indigeni – che sono i migliori conservazionisti – vengono sfrattati illegalmente nel nome della ‘conservazione’.
A marzo la Corte aveva chiesto che gli sfratti fossero fermati ma Survival ha ricevuto notizie di abitazioni distrutte, e di Ogiek molestati e arrestati.
Secondo Daniel Kobei, direttore esecutivo dell’Ogiek People’s Development Programme, “questa udienza rappresenta un passo significativo verso la realizzazione della giustizia per il nostro popolo, gli Ogiek”.
Fonte: www.survival.it