La distruzione delle foreste può aver giocato un ruolo chiave nella diffusione della più letale epidemia dell’Africa occidentale. Le compagnie del legno, alla ricerca di specie sempre più rare, hanno costruito una fitta rete di strade nel cuore di foreste incontaminate. Proprio queste strade hanno velocizzato la diffusione dell’epidemia, essendo state massicciamente utilizzate da ben organizzate bande di bracconieri per portare la selvaggina verso le città.
Dalla carne di animali infetti, si suppone che si sia diffusa l’epidemia di Ebola. Mentre un tempo la carne veniva consumata in loco, la rete stradale ha aperto una nuova opportunità per un lucroso traffico di selvaggina, e ora la carne affluisce in grandi quantità nelle città, dove il contagio, una volta scatenato, si diffonde a rapidissima velocità.
“L’espansione dell’impatto umano ha molto probabilmente innescato i focolai”, sostiene Jonathan Epstein, epidemiologo veterinario presso la EcoHealth Alliance. “La deforestazione, la costruzione di strade, l’espansione delle fattorie in aree di fitta foresta, sono tutti fattori che moltiplicano le opportunità di contatto tra animali selvatici e esseri umani”.
L’epidemia in Africa occidentale è stata segnalata lo scorso febbraio in diverse località remote in Guinea, e successivamente nella capitale della Guinea, Conakry. Di qui si è diffusa in tutto il paese, per poi espandersi in Sierra Leone, Liberia e Nigeria.
Secondo i ricercatori, l’epidemia probabilmente avuto inizio da persone infettare dal virus Ebola dopo aver mangiato pipistrelli o forse gorilla. Lo spezzatino di grossi pipistrelli (volpi volanti) è un piatto comune nella regione.
Alcune popolazioni di pipistrelli sono portatrici di Ebola. Il virus non danneggia i pipistrelli, ma una volta trasmesso agli umani diventa la nota e letale febbre emorragica Ebola. Il contatto umano con i pipistrelli è ora più probabile che mai, a causa dello sviluppo e della deforestazione in Africa occidentale.
“La gente viene e va con sempre più frequenza in queste aree foresta pluviale, e quindi viene più facilmente a contatto con i serbatoi del virus”, spiega Robert Garry, professore di microbiologia e immunologia presso la Tulane University. “Nel caso della Guinea, sembra che i taglialegna si siano dovuti spingere nel cuore della foresta molto in profondità, prima di venire in contatto con un serbatoio.”
Sono diversi gli animali che possono veicolare il virus e trasmetterlo agli umani (zoonosi). Mentre i pipistrelli sono i più probabili responsabili di questa epidemia, anche gorilla e altri mammiferi potrebbero essere portatori del virus Ebola. Man mano crescono i centri abitati e le infrastrutture, aumentano anche le opportunità di contatto umano-animale. Uno studio, condotto da ricercatori africani e statunitensi nel 2012, ha scoperto che i focolai di Ebola sono sempre stati preceduti dall’avanzata dello sviluppo nella regione. Un focolaio 1994, ad esempio, ha avuto luogo dopo cercatori d’oro in Gabon mangiato un gorilla infetto.
Lo sviluppo della rete stradale ha aumentato la mobilità della popolazione in Africa. La Cina ha riversato miliardi nello sviluppo di strade in Africa occidentale, er permettere alle proprie imprese di sfruttare giacimenti minerari e foreste. Lungo le nuove strade e infrastrutture sono sorti in villaggi in aree una volta remote e disabitate. Ora è molti più facile recarsi in aree precedentemente irraggiungibili, e quindi anche entrare in contatto con il virus Ebola. “Un tempo servivano 12 ore di auto per raggiungere Freetown da Kenema,” la terza città più grande in Sierra Leone. Ora ne bastano quattro, e la gente di è abituata a muoversi sempre di più.” spiega Garry “Questo rende più difficile per contenere il virus”.
Fonte: http://www.salvaleforeste.it