Il capo druso libanese Walid Jumblatt, conosciuto per il suo parlare franco, ha fatto un appello tramite Twitter perche’ sia autorizzata la “coltivazione della cannabis”, un’industria che produceva centinaia di milioni di dollari durante la guerra civile.
“E’ ormai giunto il momento di autorizzare la coltivazione dell’hashish e di annullare gli arresti contro le persone ricercate per questo motivo”, ha scritto in un twitter in arabo questo veterano della politica.
La legge libanese punisce il traffico di droga con la galera, Ma i contadini della Bekaa (est), terra di traffici dove l’appartenenza ad un clan e’ piu’ importante del rispetto dello Stato, difendono con forza le proprie coltivazioni proibite che secondo loro consentono di far vivere famiglie intere.
Capo feudale e politico della piccola comunita’ drusa in Libano e che usa Twitter solo da alcune settimane, Jumblatt ha utilizzato questo strumento per attaccare il presidente siriano Bachar al-Assad per prendersela anche coi dirigenti libanesi.
Secondo i coltivatori di cannabis in Libano, il conflitto nella vicina Siria ha distratto l’attenzione dello Stato e scombussolato il traffico grazie ad una frontiera che e’ diventata molto meno controllata.
L’esercito, come paravento, ha distrutto ogni anno qualche migliaio di ettari di cannabis nella stessa Bekaa.
Lo Stato ha anche condotto alcune campagne di eradicazione, promettendo delle colture alternative. Ma dopo la sconfitta del programma dell’ONU cinque anni fa, un braccio di ferro oppone lo Stato stesso ai coltivatori che reclamano la legalizzazione di questa coltivazione ancestrale.
Secondo gli agricoltori, la domanda e’ aumentata di piu’ del 50% dal 2012, e la maggior parte dell’hashish e’ indirizzata verso la Siria.
fonte aduc