Nel dicembre 2014 la compagnia chimica BAYER ha aperto un nuovo impianto per la sintesi del di-isocianato di toluene (TDI), con una produzione annua di 300.000 tonnellate. Il TDI è uno dei cosiddetti isocianati ed è usato come schiuma nei sedili delle automobili, nelle scarpe e nei materassi. La BAYER ne è uno dei maggiori produttori mondiali.
Philipp Mimkes della Coalizione contro i pericoli derivanti dalla BAYER (CBG, Germania) afferma: “La produzione di TDI è un segno che l’industria chimica è sul sentiero sbagliato. Come prodotti intermediari si usano sostanze altamente tossiche come il fosgene o il monossido di carbonio e la produzione è ad alto consumo energetico. Per di più i poliuretani non si decompongono e quindi finiscono presto nelle discariche o negli oceani”. Mimkes chiede un cambiamento verso risorse naturali rinnovabili, prodotti finali biodegradabili e una economia di conservazione dell’energia.
Angelika Horster di Bund für Umwelt und Naturschutz Deutschland (Friends of the Earth Germany) aggiunge: “Il credo dell’industria è “crescita”. Questa crescita va a braccetto con ulteriori emissioni e un enorme uso di risorse. Così, nel caso del TDI, il piccolo incremento in efficienza sarà eclissato dai maggiori sprechi di produzione”.
Il nuovo impianto è gravemente dannoso per l’ambiente perché per ogni tonnellata di TDI si producono 5 tonnelate di anidride carbonica. La BAYER si è rifiutata di fornire previsioni dettagliate dell’uso di risorse e energia. Inoltre l’impianto utilizza 360,000 tonnellate all’anno di fosgene.
Incidenti gravi sono già avvenuti in passato negli impianti della BAYER per la produzione di TDI. Malgrado ciò la compagnia non ha presentato studi su scenari limite in caso di fuoriuscita di fosgene o TDI. Philipp Mimkes commenta così: “Gli incidenti nell’impianto della Bayer di Institute (USA) o alla INEOS di Dormagen dimostrano che certi disastri non hanno sviluppi prevedibili e perciò bisogna adottare precauzioni anche per scenari improbabili”.
La Coalizione critica anche il fatto che l’impianto è a soli 300 metri da una stazione ferroviaria, quando, per il fosgene, la Commissione tedesca per la sicurezza degli impianti raccomanda una distanza di 1.500 metri. Il fosgene è stato originalmente sviluppato dalla BAYER come gas velenoso durante la I Guerra Mondiale ed è una delle sostanze più pericolose prodotta negli impianti industriali. All’interno dell’impianto di Dormagen saranno in ogni momento presenti circa 60 tonnellate di fosgene.
La domanda dei gruppi ambientalisti di erigere un muro di cemento attorno a tutte le parti dell’impianto che ospitano fosgene non è stata soddisfatta. Il perimetro è stato invece chiuso con lastre di metallo che non resistono a un incendio intenso.
Fonte: http://www.cbgnetwork.org