Un animale a metà tra un granchio e un’aragosta, con le chele ricoperte di lunghi peli bianchi, è quello che si è presentato agli occhi di un gruppo di biologi marini statunitensi nel 2006 mentre osservavano i fondali marini nel Sud del Pacifico a 2.300 metri di profondità e a qualche chilometro di distanza dall’Isola di Pasqua.
La scoperta è particolare perché, sebbene ogni anno vengano classificate numerose nuove specie marine, questa volta il crostaceo è talmente unico da aver diritto addirittura a una famiglia tassonomica tutta sua. Secondo le analisi genetiche, condotte da Michel Segonzac dell’Istituto Francese per l’Esplorazione del Mare (Ifremer), il Dna dell’animale è così particolare da non poter essere accomunato con nessuna altra specie conosciuta. La famiglia è stata chiamata Kiwaida, in onore di Kiwa, la divinità dei crostacei secondo la mitologia polinesiana.
Cieco come una talpa. L’altra particolarità della Kiwa hirsuta – come è stata chiamata – è quella essere completamente cieca e gli scienziati sospettano che riesca ad orientarsi grazie proprio alle setole delle sue chele. Ancora però non è completamente chiara la funzione di questi grossi peli e qualcuno ritiene che possano servire a coltivare batteri di cui l’animale si potrebbe nutrire. In alternativa a qualche pasto più luculliano però, visto che Segonzac ha osservato la Kiwa hirsuta combattere con due granchi per assicurarsi un pezzo di gustosissimo gamberetto.