La ritina o vacca di mare di Steller (Hydrodamalis gigas) è un mammifero ora estinto, appartenente all’ordine dei sirenidi. Fu scoperta nel 1741 dal naturalista tedesco Georg Wilhelm Steller nel mar di Bering, tra Siberia e Alaska.
Steller era il naturalista della spedizione capitanata dal danese Vitus Bering, incaricato dallo zar di Russia Pietro il Grande di recarsi nella Siberia occidentale per scoprie se l’America del Nord e l’Asia fossero unite da un istmo o separate da uno stretto. Una delle navi della spedizione, il Saint-Pierre, naufragò nei pressi di un’isola deserta a est della Kamčatka. Bering e Steller erano entrambi a bordo di questa nave e rimasero attoniti dalla vista di decine di enormi animali sconosciuti che sguazzavano nelle acque poco profonde delle insenature. Questi animali erano lunghi fino a otto metri e non erano sicuramente foche, otarie o trichechi. Brucavano i varecchi e i fuchi masticandoli lentamente e dondolando la testa e il collo. I gabbiani si posavano sul loro dorso per mangiare i crostacei parassiti che si trovavano numerosi nelle pieghe della pelle di questi strani animali. La loro pelle era nerastra e in certi punti cornea, e sembrava tesa per effetto del grasso; si notavano anche dei peli in alcune zone. Le zampe anteriori di questi animali si erano traformate in pinne, mentre al posto delle zampe posteriori c’era una pinna biforcuta. Gli uomini della nave potevano aggirarsi tra questi animali tranquillamente, senza spaventarli. Per dormire, questi curiosi animali si stendevano sulla schiena a pancia all’aria. Steller capì subito che questi animali appartenevano al gruppo dei mammiferi delle sirenidi, soprattutto per via delle mammelle in posizione pettorale. Da quel momento in poi questi animali furono chiamati “vacche di mare” o “ritine di Steller”. Bering morì poco dopo di scorbuto su quest’isola che tuttora porta il suo nome e che insieme all’Isola del Rame, anch’essa abitata dalle ritine a quel tempo, fa parte delle Isole del Commodoro.
In passato la vacca marina aveva una distribuzione geografica molto più ampia che non nella metà del Settecento. Un frammento di vacca marina datato 10.000 anni fa è stato scoperto nei pressi di Monterey, in California; altre ossa sono state trovate vicino a Prince Rupert, nella Colombia britannica. È inoltre noto che la ritina ha in passato abitato anche la Groenlandia. La vacca marina poteva raggiungere i nove metri di lunghezza e le tredici tonnellate di peso. Ben presto questi animali indifesi furono massacrati per la carne e il grasso. All’epoca della scoperta si stima che il numero delle ritine fosse intorno ai 2.000 esemplari. Nel 1768, sembra sia stata uccisa l’ultima ritina: in appena 27 anni era stata sterminata un’intera specie.
Nonostante tutto non si sono perse le speranze di rivedere viva la ritina (la vacca marina appare nel racconto di Rudyard Kipling La foca bianca) e gli avvistamenti di vacche marine sono continuate negli anni. La ritina è stata osservata dak 1795 al 1818 nei pressi dell’Isola di Bering da Krivkof, un agente di una compagnia americana. Un esemplare di vacca marina è stato segnalato nel 1854, mentre intorno al 1880 lo zoologo polacco B. Dybowski raccolse delle testimonianze in base alle quali i kapustnik (mangiatori di alghe) come dicono in Kamčatka, sarebbero sopravvisuti fin verso il 1830. Un esemplare morto di ritina si sarebbe arenato verso il 1910 a nord del golfo di Anadyr. Verso il 1960 il marinaio russo Ivan Skripkin avrebbe osservato per parecchi anni delle ritine. Nel luglio 1962 la nave da ricerca sovietica Bourane incontrò nei pressi del capo Navarrino sei grandi animeli marini e un altro animale il giorno successivo. Questi animali erano lunghi circa otto metri, avevano la pelle marina e il labbro superiore diviso, come un labbro leporino. Forse non erano ritine, ma femmine di narvalo, che non hanno la zanna del maschio. Ancora un altro avvistamento nel 1977: alcuni pescatori scoprono nella baia di Anaptinskaga il corpo arenato di un curioso mammifero marino: pelle nera, pinne pettorali, coda simile a quella di una balena e naso allungato. Infine nella primavera del 1984 un dispaccio comunica la scoperta di uno scheletro di vacca marina sulla costa di un’isola del Pacifico settentrionale.