L’organizzazione ricorda le dichiarazioni dei principali politici europei ed italiani dopo il naufragio del 3 ottobre 2013 e chiede un sistema di soccorso che abbia il mandato, la capacità e i mezzi necessari per evitare che altre tragedie si ripetano.
“#WhyAgain”, questo l’hashtag lanciato da Save the Children a poche ore dalle notizie dell’ennesima tragedia in mare al largo di Lampedusa. L’hashtag è accompagnato dalla foto simbolica delle centinaia di bare dei migranti rimasti vittima dei naufragi dell’ottobre 2013, sistemate nell’hangar dell’aeroporto dell’isola, trasformato in obitorio. Il “meme” è accompagnato dalla frase: Avevano detto:”non succederà più”.
In quell’occasione i principali esponenti politici italiani ed europei, sull’onda dell’emozione, espressero solidarietà alle vittime e la volontà di mettere in atto nuove politiche per impedire ulteriori stragi. Il 3 ottobre del 2013 fu lo stesso Ministro Alfano a dichiarare: “A Lampedusa ho visto 103 corpi: una scena raccapricciante che mai avrei immaginato vedere. Una scena che offende l’Occidente, l’Europa. Ho detto al presidente Barroso che non volevano venire a Lampedusa ma in Europa. Lampedusa è la frontiera dell’Europa, queste persone hanno sognato libertà, democrazia e benessere. E l’Europa deve reagire con forza e prendere in mano la situazione Lo Stato sarà vicino a Lampedusa”.
Il giorno dei funerali delle vittime, effettivamente, a Lampedusa, arrivò anche Manuel Barroso, che affermò: ”Apprezzo molto il fatto di essere venuto qui oggi perché una cosa è leggere i servizi o guardare la tv, un altro è essere sul posto e vedere la sofferenza e l’indignazione: quelle 100 bare non usciranno mai dalla mia mente, è qualcosa che non dimenticherò mai. Le bare di bambini, di madri con i loro figli, una che aveva appena partorito, mi hanno scioccato nel profondo e rattristato moltissimo. Oggi saranno stanziati 30 milioni di euro aggiuntivi per l’Italia. Ma dobbiamo fare di più con gli stati membri”.
A livello europeo, gli faceva eco l’allora Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz: “Nel silenzio di quest’aula si mescolano le grida dei bimbi che hanno visto annegare i genitori, dei genitori che non hanno potuto salvare i figli e di chi si è perso nel mare quando era vicino alla costa del continente che doveva dare salvezza e speranza. Il continente più ricco del mondo”, ha aggiunto, non deve “discutere di denaro” ma “ha l’obbligo di accogliere chi vi cerca rifugio”.
E ancora l’allora commissario all’immigrazione Cecilia Malmstrom, affermava: “Chiederò il sostegno politico e le risorse necessarie” per lanciare questa “grande operazione” che “contenga tutto il Mediterraneo” e per “salvare più vite”.
Subito dopo quella strage, il governo italiano diede il via all’operazione “Mare nostrum”, per il rafforzamento del controllo in mare nel soccorso dei migranti in difficoltà. A fine 2014 il Governo italiano ha annunciato la fine dell’operazione.
“Di fronte a questa ennesima tragedia, e ricordando le dichiarazioni e gli impegni del mondo politico di circa un anno e mezzo fa, l’inerzia del Governo Italiano e dei membri dell’Unione Europea è inaccettabile. Chiediamo che il Governo Italiano si attivi immediatamente esigendo un incontro urgente e straordinario del Consiglio dei Ministri dell’Interno dell’Unione Europea per ripristinare l’operazione Mare Nostrum o un sistema di soccorso simile che abbia il mandato, la capacità e i mezzi necessari per evitare che altre tragedie si ripetano.” ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.
L’organizzazione inoltre ricorda che nel solo mese di gennaio 2015, nonostante le condizioni climatiche avverse dell’inverno, sono giunti in Italia 3.528 migranti, di cui 195 donne e 374 minori (374 non accompagnati), circa il 60% in più rispetto allo stesso periodo del 2014 quando erano arrivati 2.171 migranti, di cui 91 donne e 342 minori (262 non accompagnati).