Dieci tracce originali che, partendo da esperienze personali, raccontano in modo sincero, ironico e attuale il mondo dei diciottenni di oggi alle prese con le loro inquietudini unite alle prospettive grigie di un futuro incerto, ma anche le loro speranze e i loro desideri di ribellione positiva al sistema.
Il disco è stato registrato e mixato negli studi “Sotto il mare Recording” di Luca Tacconi a Povegliano Veronese e masterizzato a Chicago da Carl Saff.
Tutti i brani sono stati scritti, musica e parole, dallo stesso Simone che ne ha curato anche gli arrangiamenti con l’aiuto di Daniele Richiedei, il quale ha anche contribuito nell’arrangiamento degli archi, mentre Leonardo Morelato ha scritto e suonato le parti di pianoforte.
A supporto dell’album è uscito anche il videoclip ufficiale del singolo.
Il video è stato girato con tanti giovani di Bovolone, il paese di residenza di Simone, con la regia del colombiano Andres Duque Elzaar e la direzione artistica di Gustavo Rebonato.
« “18” è nato dall’ingenuità e dalla determinazione della maggiore età.
Il desiderio di diventare un musicista nacque in maniera spontanea e non mento nel dire che capitò in una frazione di secondo, scesi le scale, andai da mia madre e le dissi: “Mamma, ho capito cosa voglio fare della mia vita.”
E “18” vide luce poco tempo dopo, in una calda (ma calda) notte d’agosto del 2013, non riuscivo a prendere sonno, erano probabilmente le due. Mi alzai, presi un blocchetto, un pennarello blu e di getto scrissi su questo blocco a quadretti un grande “18”. Volevo partire da lì, senza un perché, senza troppe spiegazioni.
Capii col tempo che l’album per poter essere completo aveva bisogno di tempo, aveva bisogno di prendere fiato e di respirare.
Un disco alla fine si può benissimo riassociare ad un periodo della tua vita, ma se questo periodo non si completa non puoi pretendere che il disco trovi la sua conclusione.
“18” concluse il suo ciclo di stesura agli inizi di agosto del 2014 (un anno dopo dalla nascita di questa idea), qualche giorno dopo fui bocciato agli esami di recupero della quarta superiore, un senso di libertà in quell’attimo divenne (ridivenne) mio.
Fui molto categorico con i professori quel giorno: “Non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare.”
Forse per la citazione Sorrentino sarà contento, credo.»