Oggigiorno nessuno studioso serio dubita sul fatto che Cristoforo Colombo sia nato nella Repubblica di Genova.
Tuttavia vi sono ancora molti pseudo-ricercatori, che sulla base di notizie false o congetture sostengono che il famoso navigatore avesse tutt’altra origine.
Vediamo innanzitutto cosa scrisse il grande storico spagnolo Gonzalo Fernandez de Oviedo nella sua Historia General y Natural de las Indias:
Cristobal Colon, secondo come ho potuto saper da uomini della sua nazione, è nato nella provincia della Liguria, che è in Italia, e nella quale vi si trova la città di Genova: alcuni dicono che è di Savona, e altri di un piccolo villaggio che si chima Nervi, che sta nella parte di Levante rispetto a Genova e che vi dista due leghe, nella costa che da sul mare; altri dicono che nacque in un villaggio che si chiama Cugureo, sempre vicino alla città di Genova.
Uno dei più grandi storici del XVI secolo pertanto, indica nella Repubblica di Genova (anche se non fornisce il luogo preciso), il territorio di origine del grande navigatore.
Ma andiamo ai documenti ufficiali che provano indiscutibilmente l’origine genovese di Cristoforo Colombo.
In totale sono più di sessanta i documenti che si riferiscono a Colombo o ai membri della sua familia.
Due documenti si riferiscono al nonno di Crisoforo, Giovanni, nato a Moconesi nei pressi di un’antica via che da Piacenza conduce a Genova. Trentacinque documenti si riferiscono al padre Domenico, nato a Quinto (Genova).
Tre documenti si riferiscono alla madre, Susanna Fontanarossa.
Il più importante tra questi scritti è il cosidetto Documento Assereto, trovato da Ugo Assereto nell’archivio di Genova nel 1904, tra gli atti del notaio Girolamo Ventimiglia.
Nel luglio del 1478 la casa Centurione di Genova incaricò Cristoforo Colombo di comprare una partita di zucchero nell’isola di Madeira. Però il rappresentante dei Centurione in Portogallo, Paolo de negro non invió a Colombo la somma necessaria per l’acquisto.
Circa un anno dopo Lodisio Centurione volle appurare le responsabilità dell’accaduto davanti ad un notaio a Genova.
In questo documento, che risulta essere stato scritto il 25 agosto 1479, Colombo appare come testimone nella disputa tra Lodisio Centurione e i fratelli Paolo e Cassano de Negro.
Il futuro ammiraglio dichiara, sotto vincolo di giuramento, di essere cittadino genovese:
“Cristoforus Columbus, civis Januae”
ossia:
“Cristoforo Colombo, cittadino di Genova”
Coloro i quali contrastano la genovesità dell’Ammiraglio del Mare Oceano, sostengono che il Cristoforo Colombo figlio di Domenico e di Susanna Fontanarossa, non ha nulla a che vedere con il Cristóbal Colon, Almirante del Mar Oceano.
Di solito aggiungono, essendo male informati, che Cristóbal Colon non avrebbe mai scritto nulla sulle sue origini genovesi.
In generale Colombo, fin da quando si stabilì in Spagna, non rinnegò mai le sue origini, però tentò di divulgarle il meno possibile, perché il semplice fatto di essere straniero ostacolava i suoi progetti.
Una delle prove del fatto che Cristoforo Colombo e Cristóbal Colon siano stati la stessa persona é proprio il Documento Assereto, che oltre a sancire la genovesitá di Cristoforo Colombo, prova il fatto che lui stesso si trovasse a Madeira nel 1478. Ma è assodato che Cristóbal Colon stesso si trovasse a Madeira in quegli anni, isola dove conobbe la sua prima sposa, Felipa Moniz Perestrelo.
Comunque in due scritti il Colon ormai ammiraglio menziona le sue origini.
Nello scritto “Institución de Mayorazgo”, il 28 febbraio 1498 ordina al figlio Diego di farsi carico del mantenimento di un membro della famiglia a Genova:
“Que tenga allì casa y mujer…como persona legada a nuestro lineaje, pues de aì salì y en ella nazì”
Ossia:
“Che possa avere casa e sposa…siccome è una persona del nostro lignaggio, in quanto da li sono partito e in quella città sono nato”.
Il secondo documento che lega indissolubilmente il Colombo genovese al Colon Almirante è una lettera ai Protettori delle Compere di San Giorgio (Genova), del 2 aprile 1502:
“Bien que el cuerpo ande acà, el corazón está allí de continuo”.
Ossia:
“Anche se il corpo viaggia per di quà, il cuore sta là continuamente”.
Un ultimo, importante documento è l’atto del notario Giovanni Battista Peloso davanti al quale comparvero i tre figli di Antonio Colombo (fratello di Domenico, padre di Cristoforo).
Matteo, Amighetto e Giovanni dichiararono di compromettersi a dividere in parti eguali i costi che avrebbe dovuto sostenere Giovanni per andare a trovare suo cugino, Cristobal Colon, almirante del rey de España.
Bibliografia:
Nuova raccolta colombiana: i documenti genovesi e liguri A.Agosto
Webgrafia:
http://www.treccani.it…