Mentre si iniziano a formulare i primi pronostici e si avvicina il verdetto della giuria a guida fratelli Coen, il 68. Festival di Cannes pare aver già assegnato la Palma della curiosità a un ‘film’ italiano: è Caleidoscopio, la videoinstallazione posta nel tunnel che conduce all’Italian Pavilion, e che sta diventando un’inaspettata attrazione per addetti e spettatori della Croisette. Meta di visite, appuntamenti, oggetto imperdibile dei ‘vietati’ selfie, e di tweet, addirittura improvvisato set fotografico e per servizi tv. Un’esperienza psichedelica che sta diventando un fenomeno di questa edizione, raccogliendo giudizi entustiastici per il gioco di specchi disseminati nella galleria di 12 metri, che riflettono immagini della storia del nostro cinema e della televisione, in un anno particolarmente felice per la presenza del cinema italiano al Festival. Un’immersione nell’immaginario del Paese, e una sorta di biglietto da visita per il cinema made in Italy che sta creando un crescente passaparola tra operatori italiani e internazionali.
Caleidoscopio è un progetto realizzato per Istituto Luce-Cinecittà dall’architetto Gregorio De Luca Comandini, con la collaborazione di 19novanta Communication partners, Studio Nebula, NoideaLab, Gianni Canova (consulente contenuti). La curiosità alimentata dall’installazione ne sta facendo chiedere da più parti una replica in altri Festival internazionali, a cominciare da Venezia e Roma.