Il cancelliere tedesco è sicura che la punizione per i greci spendaccioni debba essere così pesante che “nessuno vorrà provarla su di sé in futuro”, ma proprio la Germania è il più colpito dalla crisi della Grecia, scrive l’analista Matthew Dal Santo.
L’euro, la moneta unica europea, non è solo l’emblema di un’economia stagnante, ma è anche il simbolo del fallimento del concetto di unione politica in Europa, scrive Matthew Dal Santo, analista dell’Istituto australiano di Studi di Politica Internazionale “Frank Lowy” sul sito web dell’organizzazione.
A suo parere il referendum greco ha messo in luce le contraddizioni principali dei membri dell’Unione Europea sulle politiche monetarie e fiscali: i greci hanno votato contro l’austerity imposta dall’esterno, su cui insistono Berlino e Bruxelles. La loro visione del futuro europeo è “monitorare e punire”. Le ambizioni da leader di Angela Merkel sono la colpa di tutto questo.
“La Grecia aveva bisogno di riforme. Ma la Merkel ha continuato a perseguire la sua linea in base a cui i greci non sarebbero mai stati pronti a vivere nell’eurozona. La punizione per i greci spendaccioni doveva essere così pesante che “nessuno vorrà provarla su di sé in futuro”- scrive Dal Santo.
L’analista ritiene che proprio il cancelliere tedesco abbia portato la Grecia e l’Europa sull’orlo del baratro, non riuscendo a vedere la cosa principale: durante un periodo di recessione globale, la riduzione della spesa per il welfare per soddisfare le richieste dei creditori stranieri crea condizioni depressive, che sono sempre state una manna per i politici più radicali. Quando le misure di rigore economico vengono imposte alla Grecia per volere di un governo straniero, si violano i principi delle elezioni democratiche alla base dell’Unione Europea. La popolarità della Merkel è in parte dovuta all’immagine di principale fautore di politiche di rigore in campo fiscale e monetario. Tuttavia in passato la Germania Ovest era il beneficiario degli aiuti finanziari, così come ora lo è la Grecia, ed in seguito la Gran Bretagna, la Francia ed anche la Grecia hanno cancellato una parte del suo debito nazionale. A Strasburgo il primo ministro greco ha detto che nel 1953 alla Germania è stato cancellato il 60% del suo debito come espressione della solidarietà europea..
Secondo Dal Santo, l’errore fondamentale della Germania consiste nel fatto che la sua leadership ha confuso una questione di politica estera con un problema interno. “Per un uomo di stato è sempre difficile ottenere la legittimità del suo corso a seguito della mancanza di comparabilità tra l’esperienza nazionale e internazionale del suo Paese,” — scriveva Kissinger. Nel caso della Merkel, la Grecia ha mostrato che la Merkel ha fallito il suo test di governo”, — ritiene l’analista.
Fin dall’inizio la Merkel era sicura che l’esperienza interna della Germania nelle crisi europee fosse l’unico modo corretto di gestione delle crisi in Europa. Questa strategia ha avuto successo nel Paese, ma si è trasformata in un disastro quando il discorso toccava gli interessi di lungo termine della Germania. Ora Berlino affonda sul fatto che prima era sempre riuscita a contenere bene i giganti della zona euro come Francia, Italia e Spagna.
“Il referendum greco è stata la sconfitta della leadership tedesca in Europa, — sottolinea l’esperto. — Qualunque sia il nuovo accordo, la Germania “punirà” ancora la Grecia. La leadership di Berlino esce a pezzi, in quanto risulta chiaro che non si tratta di un compromesso o di una sottomissione volontaria alla Germania, che agisce nell’interesse generale, ma di pressioni e minacce di un Armageddon economico.