Il sistema che sta anestetizzando totalmente i nostri cervelli sta lentamente generando mostri, creature inconsapevoli (forse) di tanta malvagità ma capaci di giustificare un vergognoso razzismo con una sorta di “paura” o senso “protettivo” per quella che considerano la “loro civiltà”, il “loro paese”. Perché è la paura che ci rende razzisti e più che il colore della pelle a rendere gran parte dei cittadini diffidenti e spesso aggressivi verso quella categoria genericamente definita di ”extra-comunitari” è la loro drammatica povertà, quella stessa condizione che dovrebbe risvegliare in ogni essere umano un senso di solidarietà ma che oggi ci fa allontanare rapidamente e con un certo “fastidio” da qualsiasi persona “diversamente umana. ”
E perché il sistema non vinca, per ribadire il nostro deciso NO a tutto questo, per non dimenticare gli orrori di Auschwitz, dei Gulag, abbiamo aderito alla manifestazione NO CIE che si svolgerà domani 10 luglio, a Torino, con partenza del corteo alle ore 16:00 da P.zza Sabotino.
Mi hanno colpito le parole di Moni Ovadia, che vi riporto perché sono incisive, toccanti, quanto dolorose:
“Dopo Auschwitz, dopo i Gulag, nessuno può essere assolto per avere girato la faccia al fine di non vedere e non sapere.
Il clandestino è l’ebreo di oggi. Egli è ridotto a “sotto uomo” prima dalla sinistra cultura retorica “sicuritaria”, poi una legge fascista lo dichiara criminale per il solo fatto di essere ciò che è, un essere umano che ha fame e cerca futuro per sé e i suoi cari e che per questo viene privato di qualsivoglia status, sottoposto alla violenza della reclusione, sottratto alle tutele minime che spettano ad un essere umano per diritto dei nascita. Una volta sepolto in uno spazio d’eccezione, il clandestino è alla mercé di arbitrii, percosse, torture, privazioni, abusi sessuali. Il suo “rimpatrio” lo sottopone ad ulteriori brutali abusi e talora al rischio reale di perdere la vita nel modo più atroce.
L’abolizione immediata dei CPT, la ricerca di soluzioni autenticamente democratiche per il problema dei migranti, deve diventare una priorità politica e umana. E’ urgente denunciare il carattere totalitario di questa vergognosa istituzione e smascherare i politici che fanno i pellegrinaggi della Memoria per rendere omaggio alle vittime della Shoà, calcando gli zucchetti dell’ipocrisia per rifarsi l’immagine, mentre a casa praticano e difendono la logica dei carnefici.”
(Moni Ovadia presenta il libro LAGER ITALIANI di Marco Revelli)
Partecipiamo numerosi, invitiamo i nostri amici, soprattutto quelli che non sanno cosa accade realmente in questi luoghi, perché solo così potremo mettere fine a questa vergogna, solo così potremo garantire che i diritti di tutti vengano rispettati. Perché qualcosa, finalmente, sta cambiando.
Isolati dal resto della società e circondati da un muro di silenzio e indifferenza generale, i centri di identificazione ed espulsione (ex C.p.t. recentemente ribattezzati C.i.e.) sono divenuti negli ultimi tempi, anche a causa dell’inasprimento della detenzione previsto dall’ultimo pacchetto sicurezza, luoghi di lotta e resistenza dalle molte forme.
Fortunatamente, mentre dentro si susseguono proteste e scioperi della fame, evasione e rivolte, c’è ancora chi davanti a queste oscenità solidarizza con gli oppressi e cerca di diffondere una cultura e una pratica ispirata ai principi di libertà e uguaglianza. Per questo sentiamo la necessità di unire ancor più le forze e di organizzare, parallelamente ai percorsi già esistenti intrapresi dalle varie realtà, una giornata di mobilitazione contro i C.i.e. che possa essere un momento di convergenza delle molteplici ed eterogenee lotte ed esperienze antirazziste.
Simonetta Zandiri
Riferimenti:
Il sito del coordinamento NO CIE
Fonte: http://www.violapiemonte.org