Giulio Cantore, classe 1984, è cantautore, chitarrista e liutaio. Vive a Meldola, circondato dalla campagna romagnola, ma le sue origini sono emiliane e pugliesi. Fin da piccolo desidera diventare un musicista: negli anni colleziona passioni come quella per il blues, il funk, il raggae e, in un secondo momento, la world musica, in particolare Enrique Morente, Arto Tuncboyacian e Ben Harper.
Dal 2006 al 2008 frequenta la Scuola di Liuteria del Centopievese e impara a modellare il legno, per costruire strumenti a pizzico. In quegli anni, si avvicina alla Scuola di Musica Popolare di Forlimpopoli e riprende contatto con la musica tradizionale pugliese, che fa parte della sua storia familiare. Compone e incide “L’anca uscita dal somaro”, con gli Ossanema, e inizia a suonare con il gruppo di musica popolare Bevano est.
Nel 2008 raggiunge alcuni amici in Andalusia e frequenta, per intere giornate, le botteghe dei maestri liutai. Vede il suo primo concerto di flamenco e se ne innamora.
Il progetto “Giulio Cantore & Almadira” nasce il giorno del suo matrimonio: suona, con due amici, brani scritti di suo pugno.
Almadira, in dialetto riminese, sono i frammenti di legno portati a riva dal mare: il progetto parla di una musicalità in divenire, di culture antiche le cui parti, spezzate dal tempo, sono capaci di ricomporsi in nuove forme, acquisendo nuovi significati.
Al fianco di Giulio Cantore, Stefano Fabbri, percussionista votato alla musica africana, e Fabio Mina, flautista dalle sonorità orientali, dalla grande attitudine all’improvvisazione.
Giulio ha suonato con gli Ossanema, i Bevano est, gli Spartiti per Scutari, i Siman tov, la compagnia di flamenco di Mahou de Castilla e Diana Gonzales. Oggi porta in Italia le sue canzoni, trasponendo in musica e parole una cultura fatta di piccoli vissuti e oggetti quotidiani. Unisce, al cantautorato, il flamenco e i ritmi africani: in mano, una chitarra realizzata con le sue mani.
Talea è il primo disco del progetto.