I migranti non portano il terrorismo: Angela Merkel ha respinto l’idea attorno a cui sta ruotando tutto il dibattito politico sulla misure di sicurezza da prendere in Germania dopo i quattro attacchi compiuti da stranieri a luglio. Ma anche sul burqa, altra questione su cui il mondo politico si divide, la cancelliera ha preso una posizione chiara: “è un ostacolo all’integrazione” e potrebbe essere parzialmente vietato. Le dichiarazioni sono state rese mentre si avvicinano due elezioni regionali in programma a settembre: a Berlino il 18 e in Meclemburgo già il 4. Un giorno fatidico: fu il 4 settembre dell’anno scorso infatti che Merkel prese la decisione di aprire le frontiere ai profughi non registrati per lenire la crisi umanitaria creatasi nei Balcani. Ma tolse anche un tappo che portò a 1,1 milioni il numero di migranti giunti in Germania nel 2015. Una scelta preannunciata poco prima dalla frase “Wir schaffen das” (“ce la facciamo”) e sostenuta dall’idea che il Paese è abbastanza grande per assorbire il flusso, di cui peraltro ha bisogno per motivi demografici ed economici. Dopo due segnali preoccupanti in primavera, il mese scorso però c’è stata la scarica che ha destabilizzato l’opinione pubblica: quattro attacchi compiuti da migranti hanno causato dieci morti e almeno 40 feriti (tre attentatori erano profughi e in due casi simpatizzanti dell’Isis). “Il fenomeno del terrorismo islamico dell’Isis non ci è arrivato con i profughi ma lo avevamo anche prima”, ha sostenuto la cancelliera in un comizio in Meclemburgo. Contro il terrore serve “più personale e più possibilità di intervenire”, ha detto Merkel in linea con il pacchetto-sicurezza presentato la settimana scorsa dal ministro dell’Interno Thomas de Maizère, annunciando fra l’altro assunzioni di migliaia di poliziotti e altre forze di sicurezza, espulsioni accelerate per i profughi pericolosi e maggiore videosorveglianza. “Facciamo tutto l’umanamente possibile per garantire la sicurezza e dove ci sono falle, dobbiamo aggiustare la rotta”, ha poi detto in una video-intervista. La cancelliera inoltre ha affrontato la delicata questione del “burqa”, come in Germania comunemente viene chiamato il niqab, il velo islamico che lascia scoperti solo gli occhi: “Dal mio punto di vista, in Germania una donna completamente velata ha poche possibilità di integrarsi”, ha constatato Merkel, che però non ha ceduto alle richieste di un bando generalizzato che vengono da frange della Cdu più esposte alla concorrenza elettorale dell’estrema destra. “Si tratta di una questione politica e giuridica” affidata al ministro dell’Interno che “ha il mio pieno sostegno”, ha detto ancora la cancelliera alla vigilia della pubblicazione di un documento in cui ministri dell’Interno regionali del suo partito cristiano-democratico (Cdu) dovrebbero chiedere un divieto del velo integrale in uffici pubblici dove è necessario farsi riconoscere, in manifestazioni e alla guida di auto.
fonte Aduc