Fabrizio Pellegrini, il pianista di 47 anni malato di fibromialgia che ha passato quasi due mesi in carcere a Chieti per aver coltivato piante di cannabis per curarsi e che da martedì è agli arresti domiciliari, è “ancora senza cure, perché è in detenzione domiciliare e per avere la cura necessaria dovrebbe violare le prescrizioni, e questo comporterebbe il ritorno in carcere”. A segnalarlo è il legale del pianista, l’avvocato Vincenzo Di Nanna, segretario di Amnistia Giustizia e Libertà Abruzzi. Nel corso di una conferenza stampa a Pescara, presente anche Maurizio Acerbo della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista, Di Nanna ha ricordato come in Abruzzo la legge che prevede la possibilità di coltivare la cannabis a scopo terapeutico sia “rimasta inattuata” ed ha sottolineato che si sta “valutando la possibilità del trasferimento di Pellegrini in una regione in cui possa ricevere le cure necessarie”. “In questi giorni – spiega l’avvocato – per individuare una struttura si sono attivati con noi la ‘Garante dei detenuti di fatto’ Rita Bernardini, che ci ha segnalato il caso, ma anche la senatrice Stefania Pezzopane. Ricordo che, in una recente conferenza stampa, Marco Pannella disse che l’Italia è uno stato-canaglia e come tale dev’essere processato: l’Abruzzo regione-canaglia? Siamo davanti a una Regione che viola le sue stesse leggi, calpestando i diritti umani fondamentali a partire dall’articolo 32 della Costituzione”.
fonte aduc