“Fino a poco tempo fa ero assolutamente contrario all’idea della legalizzazione perche’ non mi convincevano gran parte degli argomenti, che servisse cioe’ per sconfiggere la criminalita’ organizzata, perche’ le droghe leggere sono una parte insignificante degli utili della criminalita’ organizzata, o che servisse per evitare una serie di problemi di salute dei ragazzi. Adesso ho un po’ cambiato posizione. Credo soprattutto che una legalizzazione intelligente possa evitare il danno peggiore per i ragazzi, cioe’ entrare in contatto con ambienti della criminalita’. Questo mi porta ad essere molto piu’ laico. Sarei contrario ad una legalizzazione totale. Le droghe leggere rappresentano introiti insignificanti per la mafia, e credo che le droghe pesanti che rendono soldi non si potranno mai legalizzare. Ma c’e’ questo argomento, evitare contatti di giovani con ambienti della criminalita’ organizzata e l’altro aspetto e’ che droghe leggere controllate probabilmente evitano interventi chimici che stanno portando anche alla tendenza all’assuefazione o al vizio. Questi due argomenti oggi mi fanno essere su questa proposta di legge molto piu’ laico e per molti aspetti favorevole”. Lo ha detto a Radio Radicale il presidente dell’Autorita’ nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, interpellato sulla proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis all’esame della Camera dei deputati per iniziativa dell’intergruppo parlamentare promosso dal sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova. “Io credo che ci siano cose su cui la proibizione resta indispensabile; il proibizionismo sulle droghe pesanti e’ giusto, mentre sulle droghe leggere ci sono questi due argomenti, cioe’ evitare i contatti con la criminalita’ organizzata e consentire l’uso di droghe leggere controllate che siano il meno possibile trattate chimicamente e che quindi facciano meno male possibile. Questi possono essere argomenti che con una vendita controllata e quindi in qualche modo limitata potrebbero dare un senso” alla proposta.
Legalizzare la cannabis si’ o no? A un mese dall’approdo nelle aule del Parlamento del ddl che aprirebbe alla cannabis per uso terapeutico ma anche ricreativo, le parole del presidente dell’Autorita’ nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, che auspica una “legalizzione intelligente”, tornano a scatenare lo scontro. Piovono i no dal mondo della politica, da magistrati e sindacati delle forze dell’ordine, (ma anche dagli esperti) anche se non manca chi lo sostiene. Cantone, intervistato da Alessandra Impallazzo per Radio Radicale, spiega che prima era “assolutamente contrario all’idea della legalizzazione” ma di aver adesso cambiato posizione: “Credo soprattutto che una legalizzazione intelligente possa evitare il danno peggiore per i ragazzi, cioe’ entrare in contatto con ambienti della criminalita’. Questo mi porta ad essere molto piu’ laico. Sarei contrario ad una legalizzazione totale”. Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, con delega alla Famiglia, Enrico Costa, boccia l’idea: “I magistrati, dall’alto della loro esperienza e della loro conoscenza delle dinamiche legate allo spaccio della droga, non alzino bandiera bianca”, afferma. Al contrario, il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, promotore dell’intergruppo che ha scritto la proposta di legge all’esame della Camera, nell’esprimere apprezzamento per la presa di posizione di Cantone, specifica che l’obiettivo del testo “e’ proprio quello di arrivare a legalizzare la cannabis nel modo migliore possibile, valutando in modo pragmatico e non ideologica tutti gli aspetti della questione e facendo tesoro delle esperienze in corso, in particolare negli Stati Uniti, un tempo la patria della lotta alla droga – anche alla cannabis – senza se e senza ma”.
Anche Pippo Civati, deputato di Possibile, concorda via Twitter: “Ottimo Cantone su legalizzazione: cambia posizione e sceglie laicamente #cannabislegale”. Sulla stessa linea Arturo Scotto, capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana. Il capogruppo alla Camera, Ettore Rosato avverte che si tratta di un “tema complesso” e manifesta disponibilita’ all’ascolto di tutte le posizioni. Nel partito sono con Cantone il capogruppo in commissione Giustizia della Camera, Walter Verini, e la deputata Pina Picierno, mentre il leader dei Moderati Giacomo Portas, eletto alla Camera nel Pd, si mostra perplesso. E la maggioranza si scopre divisa: si fa strada l’ipotesi di spacchettare il provvedimento dando il via solo alla parte sull’uso terapeutico e rimandando a “tempi migliori” quella sull’uso ricreativo. Un magistrato antimafia come Nicola Gratteri, procuratore capo della Repubblica di Catanzaro, ribadisce la sua contrarieta’: “Uno Stato democratico non puo’ permettersi il lusso di legalizzare cio’ che provoca danni alla salute dei cittadini”. Tra i sindacati di polizia diverse le sfumature. Per Gianni Tonelli, segretario generale del Sap, la legalizzazione sarebbe “utile” nella lotta al fenomeno ma “eticamente inopportuna” e “rischiosa” per i giovani. Il Siulp e’ d’accordo con Cantone: “Legalizzare conviene”. Ma dagli esperti si alzano voci contrarie: la cannabis “da’ effetti collaterali importanti soprattutto per gli adolescenti, come apatia, difficolta’ di apprendimento, e nel tempo anche malattie psichiatriche”, sottolinea il farmacologo Silvio Garattini. “Non parliamo di una droga ‘leggera’, ma di una sostanza che anche assunta occasionalmente comporta rischi per il cervello, talvolta gravi”, rincara la dose il neurologo Rosario Sorrentino.
fonte aduc