Domanda d’obbligo: Come è nato il vostro incontro?
Ci conosciamo da tanti anni, ma mai si era realizzata una collaborazione continuativa, poi qualche anno fa abbiamo fatto una serie di concerti in Inghilterra ed è venuto naturale decidere di incidere un cd, abbiamo ancora fatto un tour in Italia nel 2015 e poi l’ incisione a fine 2015.
Parliamo un po’ del vostro “Siciliana”… quale la scintilla?
Una volta presa la decisione è stato piuttosto semplice, abbiamo proposto ognuno una serie di brani ed abbiamo scelto quelli più consoni ad essere suonati in trio, qualche mio arrangiamento, alcuni di Andrew e qualche proposta di Mark.
Quando create un brano, avete un approccio di tipo “spontaneo”, oppure “ragionato” per il pubblico?
Assolutamente spontaneo, ricerchiamo per prima la nostra soddisfazione artistica, è solo con quel punto di partenza che possiamo comunicare al pubblico il nostro messaggio musicale, un po’ come quando un pittore espone un quadro, che deve essere piaciuto prima di tutto a lui!
Per esperienza i ragionamenti “per piacere al pubblico” non funzionano quasi mai, almeno non nel jazz, dove paga molto di più la sincerità!
Avete dei punti di riferimento, se si quali?
Tutta la musica che abbiamo ascoltato, amato ed assorbito da quando siamo bambini, un po’ come nella lingua parlata il nostro linguaggio si arricchisce , si affina, si evolve, leggendo libri, ascoltando persone che parlano bene o che parlano in modo personale ed efficace. Naturalmente negli anni ciascuno sviluppa un proprio stile, noi musicalmente siamo vicini al jazz classico, ma il fatto di amare anche altri generi musicali ci dà la possibilità di uscire, quando ne sentiamo l’ esigenza, dai nostri binari abituali, per esplorare anche sound un po’ diversi.
Il jazz è una musica “popolare” o d’élite?
Sicuramente nasce come musica popolare, e lo è ancora in linea di massima, nel senso che se una band ha swing, comunica energia e creatività, piace anche a chi non conosce il jazz. A seconda della nazione in cui suono trovo pubblici più o meno preparati. Sicuramente nei paesi anglosassoni, ma anche in Francia Olanda, Svezia e Danimarca e Svizzera il pubblico è in genere molto preparato, sa cosa il jazzista sta facendo, sa che improvvisiamo sulle strutture armoniche degli standard, che sono i brani tratti dal repertorio del musical americano, sa che dopo ogni assolo si può esprimere il proprio apprezzamento con l’ applauso ecc… A volte in Italia ci si trova davanti ad un pubblico che magari apprezza ma non sa cosa stiamo facendo. Diciamo che è una musica popolare che poi è stata soppiantata da altra musica popolare da oramai più di 50 anni e quindi è diventata d’ élite, o forse più precisamente di nicchia.
Avete in progetto un altro album in trio?
Non a brevissimo, ma sicuramente penseremo ad un seguito, intanto sto pensando ad un trio un po’ diverso, con sax tenore e batteria, che parte dalla collaborazione in duo con Dick de Graaf (tenorista olandese) e prevede l’ aggiunta di un batterista che potrebbe essere Adam Nussbaum. Il tutto ancora in cantiere, ma si sa che nel mondo del jazz le cose possono prendere forma e realizzarsi in pochissimo tempo!
Siete spesso in giro per il mondo a suonare… Le prossime date?
Da poco concluso un bel tour in Inghilterra di 15 giorni dove ho suonato in quartetto con Harry Allen (tenorista americano) ed una ritmica inglese che comprendeva Simon Wolf al basso e Steve Brown alla batteria. Per il 2017 è previsto un altro tour di 15 giorni sempre in Inghilterra con Andrew e Mark nel quale continueremo a presentare “Siciliana”. Le date sono ancora in via di definizione ma saranno comunicate a breve sul mio sito internet andreapozza.it.
Per quel che riguarda i concerti in Italia, sarò il 7 Dic allo Zingaro di Faenza in duo con Mattia Cigalini, l’ 8 a Potenza in trio al circolo culturale Gocce D’ Autore con Aldo Vigorito (bass) e Giovanni Scasciamacchia (drums), il 10 alla Sala Athenaeum di Barletta col trio precedente più Alfonso Deidda (alto sax), l’ 11 ancora in trio a Valenzano (Ba).
Poi in Conservatorio a Genova il 17 per un saggio con gli allievi su musiche del compianto Maestro Giorgio Gaslini e a fine anno (31 Dic) ad Imperia oltre che per il Capodanno anche per l’ inaugurazione di un nuovo jazz club: I Sognatori in trio con Aldo Zunino al basso, Roberto Paglieri alla batteria e Livio Zanellato al tenore come ospite.